Carabiniere in congedo trova i resti di Gioele: “Ho guardato dove non hanno cercato”
Messina, 16 agosto 2020 – “L’ho trovato dove gli altri non lo hanno cercato“. Poche parole, che non nascondono l’emozione, quelle di Giuseppe Di Bello, il carabiniere in congedo che ha segnalato la presenza di resti ossei tra i cespugli di una collina a Caronia. Dopo 16 giorni di ricerche senza sosta, la scoperta dell’ex militare dell’Arma, partito stamattina assieme a un amico e altri volontari, segna una svolta nel giallo di Caronia, perchè per gli investigatori quasi certamente quei resti ossei appartengono a Gioele Mondello, il figlio di Viviana Parisi, trovata morta l’8 agosto scorso sotto un traliccio. Quel ritrovamento “è stato un dono di Dio”, ha commentato Di Bello, spiegando che aveva con se’ un falcetto, con cui si è fatto strada tra la fitta vegetazione. La scoperta, ha aggiunto l’ex carabiniere, è stata fatta attorno “alle 10.28” e il corpicino era “straziato da animali selvatici“. L’ultima volta il piccolo era stato visto da alcuni testimoni in braccio alla madre, Viviana Parisi, trovata cadavere l’8 agosto sotto un traliccio.
Di Bello: “Mi sono infilato dove gli altri non passano”
“Era determinato a trovare quei poveri resti, munito di attrezzi. E’ partito presto per questo e li ha trovati purtroppo. E’ una cosa angosciosa”. Francesco Radici descrive così l’amico Giuseppe Del Bello, l’ex militare dell’Arma di Capo d’Orlando, che questa mattina ha risposto all’appello del padre del piccolo, Daniele Mondello, per le ricerche del figlio scomparso. A inizio giornata i due amici, Francesco e Giuseppe, erano partiti insieme per le ricerche di Gioele, con oltre cento volontari a setacciare la zona non lontana dal traliccio, scoprendo i resti in un fosso a circa 200 metri dal luogo in cui il bambino e la madre, Viviana Parisi, erano scomparsi il 3 agosto. Dopo la scoperta dei resti e la segnalazione dell’ex militare, sul posto si sono recati il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, gli uomini della Scientifica e il medico legale. A chi gli ha chiesto come avesse fatto a trovare qualcosa, Giuseppe Di Bello ha risposto: “Infilandomi dove gli altri non passano”. Poi ha spiegato che c’erano tracce di animali sul luogo del possibile ritrovamento.
Vigili del fuoco: “I droni non riescono a vedere quello che è nascosto dalla boscaglia”
“Le zone vanno esaminate a vari livelli, ci sono livelli in cui si cerca una persona viva, ci sono livelli in cui si cerca qualcosa di più. Poi ci sono livelli in cui si cercano parti introvabili e si va con un’altra intensità di ricerca che comunque è stata fatta”. Lo dice Ambrogio Ponterio, vice dirigente del comando provinciale dei vigili fuoco, che coordina dal primo giorno le ricerche del piccolo Gioele, scomparso il 3 agosto insieme con la madre poi trovata morta. “E’ arrivata questa persona che è un conoscitore dei luoghi – spiega Ponterio – con strumenti atti a farsi spazio tra la vegetazione: aveva un falcetto che gli consentiva di passare, dove riescono a intrufolarsi gli animali selvativi”. A chi gli ha fatto notare che sono stati usati anche dei droni, senza riuscire a individuare il corpo del piccolo Gioele, il vice comandante dei Vigili del fuoco ha obiettato: “I droni dall’alto con questa fitta vegetazione non riescono a vedere quello che è nascosto dalla boscaglia”.