Carabiniere colpito con una tronchese durante il sopralluogo e parte uno sparo
“Sono arrivati”, ha urlato quella notte uno di loro per avvisare i complici, quando ha visto le sagome dei carabinieri. Intorno c’erano varie attrezzature ammucchiate, pronte per essere portate vie dal campo fotovoltaico. La porta del capannone nel quale si erano intrufolati era aperta e un brigadiere ormai già vicino. Troppo vicino. E con tanto di pistola in pugno.
“Fermi, carabinieri”, hanno sentito i tre, forte e chiaro. In un attimo hanno valutato che dovevano esservi poche vie d’uscita dalla situazione. Così, hanno tentato il tutto per tutto. Hanno spento la luce e atteso nell’ombra. E quando il brigadiere ha varcato la soglia, deve aver visto le stelle. Un colpo secco, inferto sul braccio destro proteso. E uno sparo che ha squarciato il buio, il proiettile partito inavvertitamente proprio a causa di quell’imboscata. Colpito con una tronchese, probabilmente la stessa usata per aprirsi un varco nella recinzione del campo.
Due acciuffati, uno fuggito
Fulmineo lo scatto dell’aggressore. È riuscito a darsela a gambe giocando proprio sull’effetto sorpresa. E di lui, per il momento, si sono perse le tracce. Ma i due complici non hanno avuto via di scampo. Uno era un ragazzo non ancora maggiorenne e che di lì a poco sarebbe stato denunciato a piede libero. L’altro aveva ancora il volto coperto da passamontagna, che è stato costretto a togliere. Era Valerio Cavalera, un 20enne di Taurisano.
Nei suoi confronti, il pubblico ministero di turno è stato meno clemente: arrestato. E ai domiciliari, perché incensurato. Diverse le ipotesi di reato, e tutte aggravate e in concorso: tentato furto, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali. Il militare ferito è stato in seguito costretto alle cure mediche, a cause di un trauma contusivo al braccio.
Tutto questo si è verificato a cavallo della mezzanotte, fra 27 e 28 giugno, nelle pertinenze di un campo fotovoltaico nelle campagne di Collepasso. Su Cavalera, difeso dall’avvocato Luca Puce, si è espressa ora la giudice per le indagini preliminari Maria Francesca Mariano: arresto convalidato, rimane ai domiciliari.
Quella notte, dunque, Cavalera, il minorenne e il misterioso terzo uomo, sono stati traditi dall’antifurto. Quando sono entrati nel campo fotovoltaico – uno dei tanti presi di mira da bande specializzate, nelle campagne salentine –, l’allarme ha raggiunto la sala operativa dell’istituto Pegaso Security.
Sul posto sono arrivati i vigilanti che si sono accorti quasi subito del lucchetto mancante all’ingresso e di un enorme foro nella rete metallica. E quando poco dopo sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Collepasso, è proprio da quel varco creato per intrufolarsi che è entrato anche il militare, per quel sopralluogo durante il quale si è verificata l’aggressione e sono stati acciuffati due intrusi su tre.
“Pericolo di recidiva”
Durante l’interrogatorio di convalida, Cavalera non ha potuto fare altro che ammettere le proprie responsabilità, senza tuttavia fare il nome del complice scappato e sostenendo di non conoscerlo. La giudice ha ritenuto che sussistano le esigenze cautelari, in particolare il rischio di recidiva, e quindi ha applicato la detenzione domiciliare.
Su richiesta del suo avvocato difensore, gli ha comunque concesso di proseguire da qui alla fine di luglio di svolgere le mansioni previste nell’ambito del Progetto di comunità del Comune di Taurisano, al quale è stato ammesso, per usufruire del reddito di cittadinanza.
E per fortuna, va detto alla fine di questa storia, che quel proiettile partito dopo l’aggressione non abbia colpito nessuno.
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