Carabinieri

Carabiniere a processo per aver ucciso cane: «Ho sparato perché avevo paura, sono dispiaciuto»

Nel corso del processo che lo vede imputato per uccisione di animale senza necessità, il carabiniere ha ricostruito quanto accaduto il 4 ottobre 2019 al porto dell’Isola d’Elba, quando sparò due colpi contro la cagnolina Hollie uccidendola.

“Ero spaventato, ho fatto un gesto eclatante e forte, lo so. Ma in quel momento ho davvero avuto paura”, ha dichiarato il carabiniere fronte al giudice Agnieszka Karpinska.

 «Erano circa le 14,30 e con il collega stavo percorrendo il molo verde: abbiamo sentito un cane abbaiare dalla vicina spiaggetta. Prima abbaiava poi si dirigeva verso di noi: salito sul muretto che separa il camminamento dalla spiaggia, il cane si era fermato. Avevo cercato di richiamare l’attenzione della proprietaria, ripetutamente. Ma improvvisamente mi sono trovato il cane fra le gambe. Avevo pensato “adesso mi azzanna”, avevo sentito il contatto ma avevo capito che aveva soltanto afferrato il pantalone. In quel momento io ho provato una profonda paura».

In seguito il cane era tornato dalla padrona, «Avevo pensato: “è tutto finito” – ha detto ancora il carabiniere – Anche perché la padrona si era alzata e aveva preso oil guinzaglio. Ma non aveva legato il cane. Avevo detto che le avrei fatto una contravvenzione, visto che l’animale non era stato tenuto in custodia. Poi il cane aveva fatto due-tre giri intorno alla padrona ed era ripartito verso di noi. Ma non si era fermato al muretto. Abbaiava. E soprattutto ringhiava: io indietreggiavo e il cane avanzava».

Secondo la ricostruzione del carabiniere, in quel frangente deve essere successo qualcosa nella sua mente. “Ho fatto un gesto eclatante e forte, lo so. In quel momento ho provato una paura profonda”, ha ammesso il militare con rammarico. Il legale di parte civile lo ha interrotto chiedendo se avesse riportato lesioni durante l’aggressione del cane. “No, ho solo sentito il contatto con la gamba e poi ho sparato perché ero terrorizzato”, ha risposto il carabiniere, scusandosi più volte con voce addolorata.

Il carabiniere ha poi precisato di essere a conoscenza della fama di cane aggressivo che aveva l’animale ucciso. “Sapevo che in passato aveva morso diverse persone, anche alcuni testimoni”, ha dichiarato. E ha tenuto a sottolineare di non avere alcun problema con i cani tranquilli.

Rispondendo alle domande del suo avvocato difensore , il militare ha rievocato un episodio dell’infanzia, quando fu morso da un randagio. Ha anche ricordato di non aver mai vissuto episodi simili in tanti anni di servizio, a partire dal 1998. E ha spiegato che quel giorno era equipaggiato solo con la pistola d’ordinanza, non avendo con sé altri strumenti di difesa.

Il processo proseguirà a settembre con l’audizione di altri testimoni. Il carabiniere rischia una condanna per uccisione di animale senza necessità.

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