Capo della Polizia teme tensioni a settembre. In caso di proteste gli agenti devono evitare gli “esercizi muscolari”
L’emergenza Covid e le conseguenze del lockdown sul mondo del lavoro avranno “inevitabilmente una ricaduta” in termini di “tensioni sociali“. “E temo che queste tensioni” possano avere “degli sbocchi di piazza non sempre ragionevoli“. A lanciare l’allarme è il capo della polizia Franco Gabrielli, a margine dell’11esima edizione del premio Ammaturo che si è svolta a Napoli. “Passato il periodo estivo, tutta quella componente di società che faceva grande affidamento sul turismo uscirà veramente con situazioni disperate“, ha aggiunto, commentando le parole della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese sul rischio che a settembre ci sarà un “autunno caldo”.
A suo parere, quindi, disperazione e tensioni dovute al calo dell’occupazione potrebbero portare a proteste di piazza. Ma per affrontarle gli agenti devono mettere da parte gli “esercizi muscolari” e scegliere la strada “del dialogo“. Lamorgese, ha poi chiarito Gabrielli, “ha semplicemente ribadito concetti abbastanza ricorrenti, almeno nelle stanze del Viminale e delle forze di polizia”. Il coronavirus ha provocato “sconquassi dal punto di vista del mondo del lavoro, dell’imprenditoria, del mondo delle strutture ricettive”. Ed è inevitabile che ci siano delle conseguenze. Non a caso lo stesso capo delle forze dell’ordine raccomanda da tempo ai questori “di essere capaci di interpretare il disagio della gente“. Mai come in questo momento, ha concluso Gabrielli, “la gestione dell’ordine pubblico deve essere all’insegna del dialogo, della comprensione e dell’empatia”.