Politica

Calo reclutamenti, incrementare arruolamenti al nord. Per il governo non è possibile. Ecco perché

“Il drastico calo dei reclutamenti nelle Forze armate di cittadini provenienti dalle aree settentrionali dell’Italia, rispetto a quelli provenienti dal Centro-sud, è stato più volte portato all’attenzione nel corso dei lavori della Commissione Difesa, in particolare perché tale disparità rende difficoltosa la gestione del personale, in relazione ai ricongiungimenti familiari e/o agli avvicinamenti nelle regioni di provenienza, sia con riferimento ai livelli iniziali della carriera che, a maggior ragione, con l’avanzare dell’età.” E’ quanto  richiedono i deputati Deidda, Galantino, Russo e Ferro al Ministro della Difesa.

La precarietà e il basso livello retributivo delle Forze Armate

Il calo secondo i deputati sarebbe principalmente dovuto alla precarietà della carriera, al basso livello retributivo rispetto ad altre professioni, alla scarsa disponibilità di alloggi, ovvero ad alcune condizioni imposte per usufruire degli asili nido e delle scuole, come, ad esempio, in Alto Adige, dove alcuni servizi e/o agevolazioni sono richiedibili esclusivamente dopo cinque anni di residenza continuativa;

Le Regioni più care

In una classifica di inizio anno, tra le regioni più care si trovano: la Valle d’Aosta, con un’inflazione annua pari al +4,2 per cento; la Liguria, dove la crescita dei prezzi si è attestata al +4,5 per cento; il Trentino che fa registrare un tasso di inflazione del +4 per cento; tra i capoluoghi si trova Bolzano, con un aumento medio del +2,5 per cento; si tratta di aumenti che determinano un aggravio medio annuo a famiglia pari ad un importo compreso tra i mille e i millecinquecento euro;

Le proposte degli interroganti

Occorre attuare politiche finalizzate a rendere compatibile l’arruolamento e la permanenza nelle forze armate in rapporto anche al costo della vita del luogo di destinazione, che tenga conto delle peculiari condizioni del nord-Italia, ovvero delle difficoltà di trasporto da e per alcune zone periferiche e/o le isole;

in particolare, occorre potenziare la Difesa nel Nord-est, anche in relazione alla drammatica evoluzione geopolitica che sta interessando l’est-Europa, sia attraverso misure che rendano appetibile l’arruolamento delle giovani generazioni ivi residenti, sia con un’adeguata previsione di servizi, anche per l’infanzia, nonché con agevolazioni sui trasporti per le unità pure assegnate nell’area ma provenienti da altre regioni.

Il No del governo. La risposta del sottosegretario alla Difesa Pucciarelli

In via preliminare, occorre osservare che nell’ambito dei concorsi per l’accesso alle Forze armate la forbice tra i candidati provenienti dalle regioni settentrionali e quelli provenienti dal centro-sud è marcata, a favore di questi ultimi, e rappresenta, da decenni, un dato strutturale.

  In questo quadro, l’ipotesi di una diversificazione del reclutamento in base all’area geografica, prospettata dall’interrogante, incontra un limite di carattere normativo costituito sia dalla natura volontaria – che spesso può arrivare ad assumere connotazione di vera e propria «vocazione» – dell’accesso alle Forze armate tramite concorso, sia dalla struttura unitaria dello Stato che, diversamente da quanto avviene nei sistemi federali, non consente di operare distinzioni tra i cittadini, su base regionale, nell’accesso alla Pubblica Amministrazione.
Parimenti, l’ipotesi di agire su incentivi volti al miglioramento, anche dal lato economico, del personale impiegato in determinate regioni, oltre a dover richiedere un necessario esame nel quadro del Comparto Sicurezza e Difesa, unitamente alle Forze di polizia – se non anche nel contesto più ampio del pubblico impiego – comporterebbe, comunque, differenziazioni che non sarebbero più fondate sull’aspetto specialistico e/o capacitivo delle unità o dei reparti di assegnazione – e, pertanto, su criteri mirati ad assicurare l’efficienza e l’operatività dello Strumento militare – bensì sulla mera area geografica.

Migliorare il trattamento economico delle Forze Armate

Alla luce delle succitate considerazioni e allo scopo di rendere maggiormente attrattiva un’ipotesi di carriera nelle Forze armate anche per i giovani provenienti dalle regioni settentrionali, è opportuno, invece, puntare su un generalizzato miglioramento del trattamento economico, nonché su un più semplice e definito sistema delle ferme, in particolare nell’ambito delle carriere iniziali.
In tale direzione si muove l’ampio progetto di revisione dello Strumento militare contenuto nell’Atto Senato n. 2597 che, oltre a prevedere la revisione del sistema d’ingresso dei volontari nelle Forze armate e del transito nei Graduati secondo criteri di maggiore economicità procedimentale, contempla un netto miglioramento del trattamento economico per i medesimi volontari.

Il rinnovo del contratto delle Forze Armate

Inoltre, anche in una prospettiva di maggiore appetibilità di una carriera nelle Forze armate, occorre segnalare come, lo scorso mese di dicembre, sia stato finalizzato il provvedimento di concertazione, che è intervenuto sul quadro normativo vigente, nell’ottica di un diffuso miglioramento del trattamento economico del personale militare non dirigente della Difesa.
Infine, con riferimento all’ipotesi di facilitare concretamente la permanenza del militare e della sua famiglia nelle medesime località, si evidenzia, l’attuazione, sia a livello centralizzato che locale, di iniziative volte a supportare il personale dipendente, nell’equilibrata gestione del bilanciamento tra la vita professionale e la vita familiare.
In proposito, si sottolinea come, in ambito Difesa, siano in corso d’opera una serie di iniziative in favore del personale che prevedono la realizzazione, sull’intero territorio nazionale, di strutture suddivise tra asili nido, centri ricreativi e poli socio-educativi nell’arco dei prossimi dieci anni.

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