Calci, pugni e sedie volanti, due giovani a processo per rissa e per aver strattonato un poliziotto
Due giovani sotto processo per la rissa avvenuta il 24 settembre del 2020 in piazza IV Novembre. Prima una discussione, poi una rissa a calci e pugni tra due gruppi, uno di italiani e l’altro di stranieri, poi l’arrivo della Polizia con la fuga di quasi tutti i partecipanti, tranne due giovani di 26 e 27 anni, denunciati e processati per rissa e resistenza a pubblico ufficiale.
I due giovani italiani, residenti in Umbria, un 27enne incensurato e di un 26enne con precedenti per reati contro il patrimonio e contro la persona, difesi dagli avvocati Leonardo Orioli e De Santis, sono accusati di aver partecipato ad una rissa scatenatasi tra due gruppi di giovani sulle scalette del duomo di Perugia. Durante la rissa un soggetto, non identificato, avrebbe cercato di prendere una sedia di ferro per scagliarla contro il suo avversario, ma la sedia era legata con la catena al tavolino di uno dei bar già chiusi.
Quando gli uomini della squadra volante sono intervenuti davanti alla cattedrale la rissa era già in corso e alla vista della pattuglia i gruppetti che si stavano affrontando in piazza sono scappati imboccando diverse vie e vicoli. Ne è scaturito un inseguimento con gli agenti che sono riusciti a raggiungere due di loro e fermarli.
Uno dei due veniva ammanettato e fatto salire nella volante, con l’amico che avrebbe spintonato un poliziotto e strattonato il fermato per un braccio, cercando di farlo uscire dall’auto di servizio, urlando contro gli agenti: “Lo dovete lasciare stare”.
I due erano, così, stati denunciati per rissa e resistenza a pubblico ufficiale e multati per inottemperanza all’obbligo di indossare la mascherina. In tribunale, davanti al giudice Marino Albani, quello che cercava di liberare l’amico ha chiesto la messa alla prova presso una cooperativa, mentre l’altro, protagonista di un’altra rissa appena due settimane dopo, ha chiesto di poter riunire i procedimenti e il difensore ha chiesto anche una perizia per valutare le capacità dell’imputato.