Bufera nella caserma della Marina: «Torturata per tre ore»
LA MADDALENA. Un’inchiesta interna, un’altra avviata dalla Procura militare, la censura pubblica del Capo di stato maggiore. Quello che ieri ha investito la Marina militare italiana è uno scandalo a tutti gli effetti, sepolto dallo scorso ottobre tra le scartoffie della scuola sottufficiali della Maddalena ma emerso comunque alla ribalta nazionale.
La storia è questa: un sottocapo donna di 28 anni – al momento si trova imbarcata sulla nave scuola Amerigo Vespucci – ha denunciato di essere stata torturata alla scuola della Maddalena mentre i colleghi cercavano di sfilarle un anello dal dito. Il suo racconto è finito nero su bianco in un rapporto di servizio molto dettaglio che è rimasto sepolto nei cassetti della Marina per un po’ di tempo. Dettagli inquietanti, quasi da film horror, con tronchesine e seghetto affilato che viaggiavano pericolosamente sulle sue dita.
E ancora, nastro isolante, fascette da elettricista e altro ancora per cercare di rompere un anello che non voleva saperne di sfilarsi dal dito della giovane. Il calvario sarebbe durato circa tre ore. «La Marina militare agirà in maniera ferma – ha fatto sapere il Capo di stato maggiore, l’ammiraglio Valter Girardelli – rigorosa e severa nell’accertamento delle responsabilità prendendo gli adeguati provvedimenti nei confronti degli interessati». Il Comando del centro di formazione, non appena avuta notizia dell’accaduto, ha avviato una inchiesta interna. «Da quelli che sono i primi esiti dell’inchiesta interna – spiega l’ammiraglio – possiamo affermare che si è trattato di un atto sicuramente censurabile, certamente improvvido e di assoluta incoscienza da parte di personale addetto alla formazione dei giovani militari che al momento, in via precauzionale, è stato destinato ad altro incarico».
Si può parlare di atto di nonnismo? «A prescindere dalla fattispecie del caso in esame, su cui indaga anche la procura militare – dice ancora Girardelli – mi preme sottolineare, in generale, come il nonnismo sia un fenomeno su cui tutte le scuole militari prestano particolare attenzione e hanno la giusta sensibilità mettendo in atto tutti i possibili sistemi di prevenzione e tutela». «Ho parlato personalmente con la ragazza attualmente in servizio su Nave Vespucci – conclude il Capo di stato maggiore – che è in buona salute e determinata nell’affrontare la sua vita in Marina con lo spirito giusto, e l’ho rassicurata circa la vicinanza di tutta la forza armata e mia personale».
(La Nuova Sassari)