Polizia

Botte alla compagna, poliziotto arrestato

Per un post su Facebook, l’avrebbe insultata, picchiata e costretta a inginocchiarsi ai suoi piedi. Sempre per gelosia, l’avrebbe minacciata con la pistola e, infine, umiliata: «Se mi denunci i miei colleghi insabbiano tutto». Sono solo alcune delle vessazioni che la donna ha trovato il coraggio di raccontare dopo quasi un anno di convivenza con il partner, un poliziotto.

Lo ha denunciato dopo essere finita al pronto soccorso, la notte del 29 gennaio. Adesso per lei l’incubo è finito. L’agente, fiorentino, 55 anni, fino a qualche settimana fa in servizio alla questura di Firenze, è stato arrestato, in esecuzione di una misura cautelare del giudice Agnese Di Girolamo, richiesta dal pm Eligio Paolini con l’accusa di atti persecutori aggravati da futili motivi, lesioni aggravate e furto. Il gip ha revocato la misura precautelare, disposta dalla Questura, dell’allontanamento dall’abitazione familiare, ritenendola blanda proprio a causa di quelle immotivate e incontrollate esplosioni di gelosia dell’uomo.

L’altra sera, a scatenare la furia del poliziotto, è stato un commento postato dalla compagna su Facebook. Lui, ha raccontato la donna, ha iniziato ad insultarla e a battere i pugni sul tavolo. Poi l’avrebbe colpita con uno schiaffo sul viso e un pugno al petto, facendola cadere a terra. E dopo averle stretto le mani al collo, l’avrebbe costretta a inginocchiarsi ai suoi piedi. «Vado in questura e ti denuncio per lesioni», la minaccia indicando una semplice escoriazione sul labbro provocata dal freddo. È andato via. Ma al rientro, quando la compagna, chiusa in bagno, chiama il 113, lui riprende a intimidirla: «Non ti crederanno mai, ho conoscenze in alto per far insabbiare la denuncia». Ma appena è arrivata l’ambulanza, lui è scappato. È stato allora che la donna ha raccontato delle angherie subite: a marzo, in pieno lockdown, lei aveva provato a lasciarlo e lui aveva minacciato di togliersi la vita, impugnando la pistola d’ordinanza. Due mesi più tardi, al culmine di un’altra lite per gelosia le avrebbe puntato la stessa pistola alla tempia: «Ti uccido se mi abbandoni». La donna ha raccontato che il compagno, un anno fa, aveva rubato all’interno della Caserma Il Magnifico, gioielli e denaro nelle stanze dei colleghi. Da qui l’accusa di furto.

Redazione articolo a cura di Valentina Marotta per il Corriere.it

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