Aurelio Visalli, il sottufficiale della Guardia Costiera morto per salvare due ragazzi. Il cognato: «Punti oscuri, poteva essere salvato»
A trovarlo sono stati i colleghi che con lui lavoravano fianco a fianco. Il corpo senza vita di Aurelio Visalli, 40 anni sottufficiale della Guardia Costiera, annegato ieri durante un salvataggio in mare di due adolescenti, era nelle acque della baia del Tono, a Milazzo. Una morte tragica sulla quale ora dovrà far luce la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto che ha aperto un’inchiesta per capire come sia stato organizzato l’intervento di soccorso costato la vita al sottufficiale. Decine le dichiarazioni di politici – dai ministri Provenzano, De Micheli, Di Maio, Guerini, Lamorgese, ai parlamentari di ogni partito – che hanno voluto commentare il gesto eroico della vittima.
«La morte del sottufficiale della Guardia costiera che per salvare una giovane vita ha sacrificato la propria – dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – unisce il Paese in un profondo dolore. Esprimo il mio cordoglio alla famiglia e rendiamo tutti merito al coraggio di un valoroso servitore dello Stato». Ma il cognato del Militare, Antonio Crea, attacca il Corpo a cui apparteneva Visalli e denuncia inefficienze. «Poteva essere salvato, ci sono responsabilità per le dinamiche con le quali lo hanno costretto ad intervenire e responsabilità dei soccorsi arrivati assolutamente in ritardo», dice. Aurelio lascia due figli e una moglie.
LA DINAMICA
A raccontare il tragico incidente è lo stesso Crea. «A mio cognato e a due sue colleghi era stato vietato di intervenire con la motovedetta perché il mare non lo consentiva», ha raccontato. La pattuglia era stata allertata per la presenza in acqua di due ragazzini, un 13enne e un 15enne, che avevano deciso di tuffarsi nonostante le proibitive condizioni meteo e che rischiavano di annegare. «Dopo un pò – prosegue Crea – gli è stato chiesto di intervenire da terra. Ma come potevano farlo senza attrezzatura, non avendo ne giubbotti di salvataggio né salvagenti, mute, corde o altro? Avevano solo un piccolo salvagente con una cordicella per tirarla ai due giovani. – spiega – Mio cognato tra l’altro era motorista e sotto capo, sicuramente non era compito suo. Nel frattempo uno dei ragazzi è riuscito a tornare a riva mente l’altro attendeva aggrappato ad una boa».
Il sottufficiale e il collega si sono tolti i vestiti e si sono tuffati. «Ad un certo punto mio cognato è stato investito dalle onde e nessuno lo ha più visto – aggiunge – Nessuno ha tentato di salvarlo nemmeno i suo i due colleghi perché il mare era troppo forte. E dalle 13 alle 19 prima che arrivasse l’elicottero nessuno lo ha cercato veramente». Per Crea «ci sono molti punti oscuri su come si sono svolte le ricerche». «Non capisco perché non si voglia fare l’autopsia – sostiene – Ora ci hanno promesso i funerali di Stato ma noi vogliamo solo la verità». Il corpo di Visalli è stato portato nell’aula consiliare del Comune di Milazzo dove è stata allestita la camera ardente.
IL DOLORE DELLA FAMIGLIA
Distrutti dal dolore i familiari. «Mio figlio era un ragazzo eccezionale, sempre sorridente e disponibile con tutti, prima spuntava il suo sorriso, poi lui. Affettuoso con tutti e legatissimo alla famiglia. Non so come reagiranno i bambini», racconta il padre. Aurelio, aggiunge il fratello, «era un eroe già da vivo. Penso che ogni persona che si sveglia la mattina per compiere il proprio dovere affrontando tanti sacrifici debba essere considerato un eroe«». Nell’aula sono passati anche i colleghi, in lacrime. «Era una persona sempre disponibile e pronto a fronteggiare le problematiche lavorative quotidiane di tutti, sacrificandosi per gli altri. L’ultimo sacrificio lo ha fatto proprio ieri per aiutare quel ragazzo».
È stato intanto rimosso da Facebook un post comparso ieri e postato da uno dei due ragazzi che hanno rischiato di annegare. «Sono sano e salvo – aveva scritto l’adolescente sui social – Mentre facevo le capriole in spiaggia, a me al mio amico ci prende in pieno un’onda e mi trascina al largo. Nessuno si è buttato, quindi prima di dire che qualcuno è morto per salvare me…».
Redazione articolo a cura di Leggo.it