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ASSOLTO BRIGADIERE GDF MULTATO PER STATO EBBREZZA, AD ACCUSARLO DUE CC PROCESSATI PER DROGA

 
ANCONA, 18 SET – Un brigadiere della Guardia di finanza si era visto multare e sospendere la patente perché risultato positivo all’alcoltest cui era stato sottoposto da due carabinieri di Senigallia, nonostante avesse tentato di spiegare loro che a guidare l’autovettura non era lui ma una sua amica.
La tesi del finanziere Giovanni Cenci è stata accolta dal giudice monocratico di Ancona Antonella Marrone, che lo ha assolto dall’accusa di guida in stato di ebbrezza.
Il fatto risale alla sera di Ferragosto del 2009. I due carabinieri di pattuglia erano Massimo Prota e Simone Ubertini, in seguito finiti sotto processo con l’accusa di aver alterato indagini antidroga e di aver ceduto stupefacenti sequestrati ad alcuni agenti ‘provocatori’. In aula è stato sentito anche l’ex comandante del Norm di Senigallia, Francesco Imparato, che ha testimoniato sulle proteste di numerosi cittadini, tra cui appunto Cenci, per il comportamento ”arrogante” dei due militari.
Il 15 agosto di 4 anni fa, durante un posto di blocco lungo la Ss 16, i due Cc avevano fermato uno scooterista risultato positivo all’alcoltest: gli animi si erano surriscaldati perché, secondo il multato i militari si erano comportati in maniera arrogante, minacciando la confisca del motorino e la sua vendita all’asta.

Il cittadino aveva telefonato ad alcuni amici tra cui Cenci, che si era subito recato sul posto. Reduce da una cena con amici, il finanziere non era in condizioni di guidare e si era fatto accompagnare in auto da un’amica, che aveva parcheggiato in una piazzola a 40 metri di distanza dal posto di blocco. Appena si era presentato ai militari chiedendo spiegazioni Porta e Ubertini avevano sottoposto anche lui all’alcoltest, sostenendo di averlo visto arrivare alla guida dell’auto.
Al processo, l’amica di Cenci, lo scooterista e la fidanzata di questi hanno confermato che l’agente della Gdf non aveva guidato l’auto. Il difensore, avv. Roberto Paradisi, ha sostenuto l’inattendibilità dei militari, anche alla luce dei fatti emersi successivamente a loro carico. L’accusa aveva chiesto la condanna a sei mesi d’arresto per Cenci, 600 euro d’ammenda e la conferma della sospensione della patente.(ANSA).

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