Tre giorni fa l’iscrizione nel registro degli indagati. Oggi i carabinieri di Brescia hanno arrestato Claudio Piccioli, il 69enne al quale la scorsa settimana a Rezzato, in provincia di Brescia, è esploso un pennarello in mano.
Per gli inquirenti è stato lo stesso uomo a fabbricare e portare in un luogo pubblico, la biblioteca del paese bresciano, il pennarello carico di polvere pirica. “Ha fatto tutto da solo”, l’ipotesi degli inquirenti che gli contestano i reati di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di esplosivo oltre al porto di oggetti atti a offendere e l’utilizzo per incutere timore pubblico. L’uomo è piantonato in ospedale e dopo le dimissioni sarà portato in carcere. Le esigenze cautelari sono state motivate con il pericolo di reiterazione del reato.
Brescia, pennarello esplosivo: ecco il luogo in cui il pensionato è rimasto ferito
Piccioli è un ex sottufficiale dell’aeronautica, ora in pensione. Il botto è avvenuto all’interno della biblioteca comunale di Rezzato dove l’uomo andava spesso per il caffè e la lettura dei quotidiani. Nell’esplosione ha avuto due dita semi amputate e lesioni al volto. “Ho trovato il pennarello nella casetta della posta”, aveva detto prima del trasferimento negli Spedali Civili di Brescia, mentre dall’ospedale aveva respinto ogni accusa: “Mi trattano come un terrorista, ma non è vero nulla. Credo che sia stato un gesto intimidatorio verso di me o verso il mio amico forse per qualche debito non pagato. Ma non sono matto e nemmeno pericoloso“. Il pennarello era contenuto in una busta, regolarmente affrancata e recapitata a casa dell’uomo, ma indirizzata al suo coinquilino, pure lui pensionato. Il pennarello carico di polvere pirica era avvolto in un depliant pubblicitario. “Non abbiamo elementi che ci fanno pensare al ritorno di Unabomber”, avevano spiegato gli inquirenti escludendo l’ipotesi di un nuovo incubo come quello vissuto a cavallo tra gli anni novanta e gli anni duemila nel Nord Italia.