Armi a Ucraina, Crosetto: “Aiuti secretati come in passato”
“Il governo e il ministro della Difesa non hanno fatto altro che dare attuazione, su questo tema, alle scelte precedenti del governo Draghi”
“Nel precedente governo è stato secretato il contenuto dei decreti sugli aiuti militari” dall’Italia all’Ucraina per la guerra con la Russia “e la natura classificata di quei decreti ha imposto di passare attraverso il Copasir. Quando il governo deciderà un eventuale sesto pacchetto di aiuti militari, sulla base di esigenze manifestate, seguirà la stessa procedura e si relazionerà con il Copasir sui contenuti dell’eventuale cessione”. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nelle comunicazioni in aula al Senato sull’invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all’Ucraina.
“Sugli aiuti militari all’Ucraina, il governo Meloni ha attuato gli impegni assunti precedentemente dalle istituzioni italiane. Trovo le polemiche incomprensibili e inutili”, ha affermato.
“Nelle scorse settimane ci sono state inutili polemiche mediatiche su ipotetici invii di armi all’Ucraina”, ha precisato Crosetto facendo riferimento a chi ha delineato “una presunta postura guerrafondaia del governo o del ministro. Sono polemiche che mi sono sembrate create ad arte per costruire un racconto che presenta un governo intento a mandare armi all’insaputa del Parlamento. Mi è stato facile affermare, senza alcuna possibilità di smentita che il governo e il ministro della Difesa non hanno fatto altro che dare attuazione, su questo tema, alle scelte precedenti del governo Draghi. Nessuna azione di soppiatto. Fino ad oggi l’attuale governo non ha fatto nessuna scelta”.
“L’intransigenza dimostrata dalla leadership russa non lascia spazi per intraprendere un negoziato per una pace giusta”, ha aggiunto. Nella guerra, “preoccupa il sostegno militare dell’Iran alla Russia. In questo contesto si inserisce la cosiddetta opzione nucleare da parte russa”.Il ministro ha poi evidenziato come “la Russia punti a sfruttare la sofferenza della popolazione ucraina per indurla alla resa e suscitare timori nei Paesi occidentali per la gestione della crisi. Gli obiettivi di Mosca sono verosimilmente mutati e si punta ora al controllo della regione del Donbass e al consolidamento delle posizioni difensive”.”Il tavolo per la pace è sempre stato aperto ma ci troviamo in una situazione in cui nessuna delle due parti intende negoziare. Serve una figura autorevole che possa negoziare e auspico che l’Unione Europea possa avere un ruolo di mediazione”, ha detto ancora.”Il fronte che si oppone all’aggressione è vasto – ha aggiunto il ministro, citando anche la dichiarazione finale del vertice del G20 di Bali – La sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina sono punti fermi ma al contempo bisogna lavorare alla costruzione di una exit strategy”.”Non è mai venuta meno la pressione diplomatica internazionale per portare le due parti al tavolo negoziale – ha detto ancora Crosetto – e l’Ue potrebbe fare da mediatore dato il peso internazionale e la conoscenza delle due parti”.