Arezzo, si finge 007 per amore: poliziotto finisce nei guai
Chissà se, per essere più credibile, ordina regolarmente Martini “agitato, non mescolato” come James Bond. Di certo in comune con l’agente segreto più famoso al mondo ha la passione per le donne. Tanto che da poliziotto si è finto 007 per conquistare un’avvenente traduttrice aretina di 38 anni in servizio per qualche tempo alla procura di Siracusa.
È una storia da film, ancora tutta da confermare in un’aula di giustizia, quella che ha portato all’avviso di chiusura indagini da parte del procuratore di Arezzo Roberto Rossi nei confronti di due agenti della polizia siracusana accusati di vari reati tra cui falso e stalking nei confronti dell’aretina. I due rischiano ora di finire a processo.
La vicenda risale a quattro anni fa, quando l’aretina invia un curriculum a Siracusa per lavorare come traduttrice. Conosce bene il russo, l’ucraino e l’inglese: un poliziotto 47enne, assistente capo, lavorava nello stesso stabile dedicato alle indagini sui migranti. Si innamora di lei e ci intreccia poi una relazione, spacciandosi per una spia sotto copertura.
A tenergli il gioco, secondo l’accusa, c’è un collega, 60enne, vice commissario nella città siciliana che però si dice innocente e a sua volta ingannato. Il poliziotto sarebbe riuscito a costruire un castello di bugie e a un certo punto avrebbe fatto credere alla donna di essere stata anch’essa reclutata in una squadra segreta, all’interno dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, dal suggestivo nome Argo, come il titolo di un film con protagonista Ben Affleck, che si occupa di anti terrorismo.
Per dare sostanza alla trama, le fanno conoscere due 007 veri, uno dei servizi britannici e l’altro dell’Europol. Poi un giorno la donna riceve la telefonata di un certo don Barillà (in realtà sarebbe stato lo stesso poliziotto con la voce camuffata), che afferma di essere un sacerdote che lavora per i servizi segreti. Intanto, l’aretina si trasferisce a Roma per seguire per un anno un master in un organo di formazione per le forze armate.
Nella Capitale l’amore scricchiola. Il poliziotto è geloso, le racconta di averle installato nel suo smartphone un’app dei servizi segreti che cancella le attività sconvenienti sul web. Perché? Per proteggerla, dice, da un passato che ignora: non sa che la sua migliore amica e il suo ex fidanzato sono stati a capo di una setta satanica infiltrata dai russi. Altre bugie per tenerla sotto controllo. Il finto don Barillà la richiama, rivelando di essere anche un colonnello dei carabinieri. I due continuano a spalleggiarsi e affidano alla donna l’operazione anti-terrorismo Kader (inventata anche questa). Il poliziotto la controlla in ogni spostamento e lei decide di lasciarlo.
Ma non ci sono solo i problemi legati alla gelosia del poliziotto ad agitare la bella traduttrice aretina. A un certo punto pretende un compenso per il suo lavoro per i servizi segreti. Atteggiamento che impone ai due poliziotti di muoversi in qualche maniera per tenerla calma.
Arriva dunque l’ennesimo colpo di scena fasullo della storia: falsificano un documento della Presidenza del Consiglio, protocollato all’Aise, che inviano alla donna con su scritto che presto sarebbe arrivato il suo compenso. Nel giro di poco si vede accreditare circa seimila euro. Ma il denaro proviene dai conti di uno dei poliziotti che fa un bonifico dal suo conto corrente. Però per far sembrare che a pagare sia l’Aise, scrive nella causale: “Fondi intelligence”. Nel frattempo uno si è dimesso dalla polizia, l’altro è andato in pensione.
L’aretina si è rivolta all’associazione Bon’t Worry che difende le donne dagli abusi e il castello di bugie dei due poliziotti è crollato. In attesa di un processo che faccia luce su tutta la storia di amore e 007 (inventati).