Editoriale

«Aò, ma ‘ndo vanno?» – L’errore di atterraggio della Folgore diventa pretesto per ridicolizzare l’Esercito: una caduta di stile che offende chi si addestra per servire il Paese


Dal cielo al sarcasmo: la missione della Folgore finisce nel mirino della satira facile

Trevignano Romano, 3 luglio 2025 – Doveva essere una esercitazione militare, un momento di addestramento altamente tecnico e professionale. Invece, è diventato l’ennesimo pretesto per una ridicolizzazione mediatica ai limiti del grottesco. Il lancio paracadutistico di sei uomini del 185° Reggimento Artiglieria Paracadutisti “Folgore” si è trasformato, per alcuni, in un siparietto da bar di paese.

Complice un errore di atterraggio causato da correnti termiche e mutamenti meteorologici improvvisi, alcuni paracadutisti sono atterrati fuori zona, nel centro del borgo di Trevignano Romano, anziché nelle acque del Lago di Bracciano. Da qui, le battute: «Ahò, ma co’ questi potemo mai vince la guerra?», «Se ci invade Putin, questi arrivano in Vietnam».

Ma dietro la facile ironia da social network e bar di provincia si cela una grave caduta di stile.


Una bella caduta di stile: ridicolizzare l’onore con toni da barzelletta

Tra chi ha cavalcato l’onda del sarcasmo c’è anche il quotidiano Il Fatto Quotidiano, che ha scelto di strumentalizzare un episodio avvenuto durante una regolare esercitazione militare, trattandolo come uno sketch da commedia all’italiana, e ignorando volutamente la professionalità e il rischio affrontato da questi militari.

Uno dei sei paracadutisti è atterrato tra le auto in transito, un altro sulla boscaglia, uno si è impigliato tra i rami di un pino (liberato solo dai vigili del fuoco), mentre il più sfortunato è finito sul tetto di un centro estetico, col paracadute incastrato nel camino. Nessuno è rimasto ferito seriamente: solo qualche contusione leggera, come confermato da fonti dell’Esercito Italiano.

Il tutto è avvenuto nell’ambito delle celebrazioni per i 12 anni dalla ricostituzione del 185° Reggimento Artiglieria Folgore, un evento patrocinato dal Comune di Trevignano.


L’imprevedibilità del cielo e l’arte del paracadutismo militare

Chi ironizza su questi episodi finge di non sapere — o non sa affatto — che il lancio paracadutistico militare è una disciplina che richiede anni di addestramento, lucidità, sangue freddo e un continuo lavoro di preparazione.
L’imprevedibilità meteorologica, le correnti ascensionali, i margini di errore nei salti aerei fanno parte del gioco, e proprio per questo si simulano condizioni estreme, per addestrare gli operatori a sapersi orientare anche in situazioni non ideali.

Ridurre tutto a un meme o a una battuta è un insulto non solo ai protagonisti di quella discesa, ma a un’intera categoria che lavora in silenzio, nell’ombra, senza riflettori, spesso senza voce.


La dignità militare non ha bisogno di scuse, ma oggi sì

Chi ha visto il video virale che circola in rete — dove si sentono commenti come «Aò, ma ‘ndo vanno?» e «No, nun ce posso crede!» — forse ride. Ma dimentica che quegli uomini sono i nostri soldati, gli stessi che partono per missioni all’estero, che vengono chiamati nelle emergenze, che rischiano la vita per il Paese.

Chi deride non sa — o ignora volutamente — che dietro ogni volo ci sono notte insonni, addestramenti durissimi, corpi logorati e famiglie lontane. Il sarcasmo è facile, ma non ha mai costruito nulla.

L’onore, per chi lo ha, non ha bisogno di essere difeso, ma oggi è doveroso alzare la voce per dire che la dignità non si svende per un titolo virale.


Una parata mancata? No, una lezione mal compresa

Il paracadutista atterrato nel cortile del centro estetico è stato soccorso dalle ragazze del salone. Tutto si è concluso senza gravi conseguenze, ma con una risonanza mediatica fuori misura.

E mentre un assessore ironizza – «La prossima volta dico al sindaco di evacuare il paese» – e il pubblico ride, c’è chi dimentica che questi uomini non sono giocolieri. Sono militari professionisti, e quella non era una recita, ma una missione addestrativa con tutti i suoi rischi e le sue variabili.


Rispetto, non Retorica

Alla Folgore e a tutto l’Esercito Italiano va la nostra gratitudine e il nostro rispetto. Perché non tutto è una barzelletta, e non tutto può essere banalizzato per far rumore.

Quando si gioca con l’onore, c’è sempre qualcuno che paga il prezzo. Stavolta, a pagare, è stata la credibilità del dibattito pubblico, che ha preferito il clic al contenuto, il sarcasmo alla realtà.

L’Italia ha bisogno di serietà. Anche, e soprattutto, quando si parla di chi la difende.


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