Anticipo Tfs, verso il rinnovo dell’accordo con le banche: 45mila euro a tasso calmierato
In settimana è stato riavviato il tavolo tecnico di coordinamento presso il Dipartimento della Funzione Pubblica per accelerare il rinnovo dell’accordo quadro che consente ai dipendenti pubblici di ricevere un anticipo sul trattamento di fine servizio (TFS) o fine rapporto (TFR).
L’accordo, già sottoscritto nel 2020 e rinnovato ad agosto 2022, permette a chi va in pensione anticipata con Quota 100, 102 o 103 di ottenere un’anticipazione fino a 45.000 euro a condizioni agevolate su una parte del TFS/TFR che spetterebbe loro al momento della pensione.
Al tavolo hanno partecipato i rappresentanti di tutte le istituzioni coinvolte: Ministero dell’Economia, Ministero del Lavoro, ABI, INPS. L’intento comune è quello di rinnovare nuovamente l’accordo quadro, fatte salve le rispettive valutazioni preliminari.
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Ma come funziona nel concreto l’anticipo? In sostanza la banca eroga fino a 45.000 euro, ma trattiene un interesse calcolato sul rendistato (il rendimento medio dei titoli di Stato rilevato da Bankitalia) aumentato di uno spread dello 0,4%. Ad esempio, con un rendistato ipotetico del 3,37%, applicando lo spread dello 0,4% si arriva al 3,77%. Ciò significa che su 45.000 euro di anticipo la banca tratterrà circa 1.700 euro di interessi, erogando di fatto 43.000 euro.
Condizioni più onerose rispetto al 2020, quando il rendistato era vicino allo zero. Ma pur sempre agevolate rispetto alle condizioni di mercato. L’anticipo consente ai dipendenti pubblici di avere liquidità, visto che il TFS/TFR viene erogato dall’INPS anche anni dopo il pensionamento effettivo.
Si attende ora il decreto ministeriale di rinnovo, per dare continuità a una misura importante di sostegno al reddito per i dipendenti pubblici prossimi alla pensione.
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