Amianto nelle caserme dell’Esercito: Ministeri condannati e vedova risarcita. Ai figli niente
Ministeri condannati e un risarcimento alla vedova, più un vitalizio, ma niente ai figli della vittima. E’ quanto ha stabilito il Tribunale di Parma che ha condannato i Ministeri della Difesa e dell’Interno, per la morte di un militare, originario di Arquà Polesine (Rovigo) e residente a Sissa Trecasali, nel Parmense.L’uomo è deceduto il 23 maggio 2018 per una forma rara di cancro, il mesotelioma pleurico epiteliomorfo, causato dall’esposizione alle fibre di amianto nel periodo di servizio al Reggimento di Cavallino Treporti (Venezia) dell’Esercito.
VISITA LA SEZIONE AVVOCATO MILITARE DI INFODIFESA
È quanto fa sapere l’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona). Il militare, che era stato meccanico specializzato anfibista, e che si era occupato sia della manutenzione che della guida dei carri anfibi, anche sulla base di quanto riportato nella relazione del medico legale, e secondo gli accertamenti condotti dai periti, è stato esposto senza strumenti di prevenzione tecnica e protezione individuale alla fibra killer, presente anche nei vari locali in cui si svolgeva la sua attività quotidiana.
Per queste motivazioni il ministero dell’Interno è stato condannato al riconoscimento dell’uomo vittima del dovere, ed entrambi i dicasteri a liquidare alla vedova, che tuttora risiede con la famiglia a Sissa Trecasali, i benefici spettanti alle «vittime del terrorismo, del dovere ed equiparati e del servizio».Benefici che invece non sono stati riconosciuti ai due figli del militare.
Alla donna, difesa dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, spetterà «una speciale elargizione, secondo un calcolo fatto da Ona, di circa 400mila euro a cui si aggiungono gli assegni vitalizi».
Leggi al Costo di un Caffè: Senza Pubblicità e Con Contenuti Premium!