All’Ucciardone è emergenza agenti: turni massacranti e celle fatiscenti, la Polizia Penitenziaria allo stremo
Tutele, misure di prevenzioni e stop ad un lavoro che a detta dei sindacati è ormai «al limite dello sfruttamento». Il Cnpp lancia l’allarme per quanto riguarda il carcere dell’Ucciardone e chiede accertamenti all’Asp e all’ispettorato del lavoro per capire meglio le condizioni in cui gli agenti penitenziari devono compiere il loro dovere.
Turni massacranti e personale allo stremo
«Il personale è allo stremo, verosimilmente siamo ai limiti dello sfruttamento del lavoro, il personale viene costantemente penalizzato dalla cronica carenza di personale e dalla struttura obsoleta, fino ad intaccare i diritti soggettivi e il tempo da dedicare alle famiglie – scrive il segretario regionale Cnpp Maurizio Mezzatesta -. Da troppo tempo chiediamo, a tutela del personale di polizia penitenziaria, migliori condizioni di lavoro, strutturali e tecnologiche».
«Dopo copiose note sindacali, visite sui luoghi di lavoro, articoli a mezzo stampa e discussioni in ogni tavolo di convocazione – continua Mezzatesta – ci ritroviamo a dover elemosinare la risoluzione di vecchie problematiche quali: la carenza cronica di personale, più di 100 unità, che di riflesso aumentano a dismisura i carichi di lavoro con altrettanto accorpamenti di più posti di servizio, anche fino a 8 posti di servizio, durante il turno a carico di un solo Agente con contestuale prolungamento dell’orario di servizio, già di suo di 8 ore, oltre il massimo consentito con la variazione costante del programmato, la revoca dei riposi spettanti già programmati e la penalizzazione dei diritti soggettivi. A far da cornice alle problematiche summenzionate il dover vivere professionalmente una struttura decadente, obsoleta non a passo con i tempi che meriterebbe un’altra destinazione d’uso».
Strutture fatiscenti e sicurezza a rischio
C’è anche un problema di sicurezza sul lavoro: «Dopo le innumerevoli aggressioni al personale, in special modo alla nona sezione, sezione totalmente da ristrutturare e da chiudere con urgenza, e le mancate migliorie strutturali, tecnologiche e organizzative rimarcate serratamente nelle nostre note sindacali inviate a tutti i livelli istituzionali – continua Mezzatesta – si è giunti alla decisione di inviare due richieste di urgenti di ispezioni. Nel caso contrario, ci rivolgeremo alla magistratura ordinaria e del lavoro».
La Responsabilità della Politica
La situazione delle carceri italiane e del personale della Polizia Penitenziaria è critica ormai da troppo tempo. Non si può addossare la colpa a questo o quel schieramento politico: i problemi denunciati da anni dai sindacati riguardano carenze strutturali, organiche e di investimenti che nessun governo è riuscito a sanare in modo risolutivo. Se il sovraffollamento e la vetustà delle strutture rendono impossibile assolvere alle funzioni di sicurezza e rieducazione, è compito dello Stato intervenire con urgenza per risolvere criticità croniche che minano il sistema penitenziario nel suo complesso.
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