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AL VIA IL RIASSETTO DELLE FORZE DI POLIZIA. DIETRO LO “SPOT” FORESTALE, IL NULLA

Entro l’anno (parola di Premier!) saranno emanati i
decreti attuativi della delega contenuta all’art. 8 della Legge n. 124/2015
(c.d. “Madia“). Poteva essere un’opportunità per modernizzare un comparto
prigioniero della sua ‘“atavica” ritrosia ad ogni tipo di cambiamento, si sta
trasformando nell’ennesima occasione persa.

Si va delineando un intervento superficiale che non
affronta nessuna delle vere criticità che affliggono il comparto. C’era da aspettarselo?!?!,
se il Governo avesse avuto intenzione di riformare il settore, lo avrebbe fatto
attraverso uno specifico progetto, come per la scuola.
La delega prevede due precisi paletti
“finanziari”: 1) le piante organiche delle Forze di Polizia
saranno ridotte e dimensionate agli attuali effettivi; 2) non
sono previste risorse “extra”[1], anzi si spera
(!?) di realizzare ulteriori risparmi. In pratica, la ratifica di tutti i
tagliad organici e budget degli ultimi anni.
Tagli che evidentemente non rappresentavano poi
un gorsso problema … visto che i servizi sono stati comunque garantiti e
che oggi nessuno solleva questioni. Vuoi vedere che la tanto contestata
politica dei tagli lineari non era poi così campata per aria… !?
La delega prevede interventi sull’organizzazione dell’apparato
di sicurezza. Obiettivo: razionalizzare la spesa, risolvere le sovrapposizione
di funzioni e di duplicazione di presenza sul territorio, trovare ulteriori
risparmi (di cui solo il 50% rimarrebbe all’interno del comparto!?). Una sola
precisa indicazione (la soppressione “spot” del Corpo Forestale dello Stato) e tante generiche
frasi vuote che demandano alle amministrazioni il compito di “autoriformarsi” e
la storia ci insegna che questa strada non funziona.
Con queste premesse (le prime bozze lo confermano!),
i decreti delegati:
1.    
non produrranno
risparmi significativi, atteso che: Il 90% del budget è rappresentato dalla
voce “retribuzioni”, nessuna amministrazione è disposta a ridursi ulteriormente
l’organico (vista anche la fine della “piccola” Forestale!) ed il 10% di
risorse destinate a funzionamento/investimento è già stato ridotto all’osso;
2.   
non risolveranno le
sovrapposizioni di funzioni, atteso che nessuna amministrazione del comparto
sarà disposta ad autoridursi gli spazi di competenza, sopratutto in settori che
garantiscono una certa “visibilità” (ancti-corruzione, spesa
pubblica, C.O., ecc.);
3.   
non risolveranno le
duplicazioni di presidi sul territorio, visto che non si individua/impone
nessun criterio di ripartizione funzionale e/o territoriale, in particolare tra
Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri;
4.   
non saranno in
grado di migliorare i servizi
,
atteso che:
  • non si obbligano le
    amministrazioni alla tenuta di una “leggibile e puntuale” contabilità
    aziendale distinta per obiettivi, processi di lavoro e risorse
    assegnate; presupposto imprescindibile per migliorare ogni tipo
    organizzazione;
  • si continua con
    l’assurda logica “one
    size fits all”  (taglia unica!) che non garantisce alla
    Guardia di Finanza la necessaria flessibilità per organizzarsi in funzione
    di funzioni ed esigenze evidentemente diverse rispetto a quelle di Polizia
    e Carabinieri;
  • non si prevedono
    interventi utili a collegare le carriere (oggi principalmente
    collegate ad anzianità e fedeltà) alla funzione e le retribuzioni (oggi
    legate principalmente all’anzianità) alla produttività; quel “merito e professionalità” è
    un’altro vuoto”spot”;
  • non sono previsti
    interventi sulla struttura del rigido modello di contrattazione;
  • non è prevista l’armonizzazione
    dei modelli di relazioni sindacalitra ordinamenti civili e militari; una
    questione che rimane impropriamente ed inopinatamente confinata in ambito
    “Difesa”[2], come se riguardasse le sole Forze
    Armate e non anche due grandi Forze di Polizia ed oltre 150.000 addetti.
Una riforma organica della sicurezza non è quindi
all’ordine del giorno e forse non lo sarà mai. Dibattito pubblico assente,
politica debole e superficiale, amministrazioni conservatrici ed opportuniste,
rappresentanze ultra-corporative e frammentate. Un cocktail micidiale che
impedisce ogni minimo cambiamento.
Si proseguirà ancora con i tagli nascosti
qua e là nei più disparati veicoli legislativi: tagli alle risorse[3],
tagli agli organici[4], tagli alle
retribuzioni[5], tagli alle pensioni, riduzione dei
diritti, interpretazioni restrittive dei contratti[6], ecc., ecc. … sino
alla prossima “ratifica”. Altro che contratto, riordino, ecc., ecc..
[1] Al netto dei quattro spiccioli destinati
all’’istituzione del numero unico europeo 112.
[2] La discussione sulla riforma della
rappresentanza militare è isolata nella Commissione Difesa.
[3] Ce ne saranno anche nella prossima legge di
stabilità!?
[4] dopo l’attuazione della delega il turn-over
sarà riportato al 100%?!.
[5] Sul riordino ci sono quattro spiccioli e nella
legge di stabilità saranno assestate risorse per un rinnovo contrattuale al
“minimo”.

[6] Indennità compensativa, indennità
trasferimento a seguito soppressione reparti, abolizione divieto reformatio in
pejus, abolizione promozione alla vigilia, dimezzamento ausiliaria, ecc..

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