Al funerale del maresciallo di Asso anche la moglie del brigadiere che lo ha ucciso: “Non siete sole”
“Forza, non sei sola”, così il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi si rivolge a Patrizia, la moglie del comandante Doriano Furceri, ucciso giovedì 27 ottobre a colpi di pistola dal collega Antonio Milia, da poco rientrato in servizio dopo un periodo di malattia per problemi psichici. E accanto a Patrizia, nella chiesa parrocchiale di Asso, ci sono i figli Joshua, Mattia e Jacopo, ai quali Luzi chiede dei loro progetti di vita prima della cerimonia. E c‘è anche Lia, moglie di Milia, nel frattempo piantonato in un reparto psichiatrico e sotto arresto per omicidio.
Vicini a entrambe le famiglie
Monsignor Maurizio Rolla, vicario episcopale dell’arcivescovo di Milano, affianca il parroco di Asso, monsignor Giuseppe Morstabilini, e nell’omelia rivolge un pensiero alla vittima e al suo assassino: “Uno nel ricordo e l’altro nella prospettiva di una strada che magari possa trovare qualcosa di buono”. Anche Luzi esprime la propria vicinanza a entrambe le famiglie: quella di Doriano Furceri “per la grave perdita” e quella di Antonio Milia “per i mesi e gli anni difficili che dovrà affrontare”.
La moglie e i figli di Furceri con il comandante Teo Luzi
Bandiere a mezz’asta e negozi chiusi
Asso si ferma così per un intero pomeriggio, tra la pioggia e i primi freddi di novembre. Le saracinesche sono abbassate, le bandiere a mezz’asta. Tutti i cittadini riuniti nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale per dare l’ultimo saluto al “loro” comandante. Presenti alle esequie anche diversi rappresentanti delle istituzioni: i vertici delle altre forze di polizia, il prefetto di Como Andrea Polichetti, il questore Leonardo Biagioli, il sindaco di Asso Tiziano Aceti e quelli dei comuni limitrofi e anche una rappresentanza della procura guidata dal pm Michele Pecoraro, il primo ad indagare sul delitto prima che la competenza passasse alla procura Militare. Per Regione Lombardia il presidente del consiglio regionale, Alessandro Fermi: “Questo è il momento del dolore e del cordoglio, il momento di mostrare la nostra vicinanza alla famiglia della vittima e alla comunità di Asso, ma anche gratitudine verso le forze dell’Arma, che Furceri ha rappresentato con onore”.
La folla davanti alla chiesa parrocchiale di Asso
La nipote Manuela “Doriano, mio zio, è stato un carabiniere di quelli con la “C” maiuscola”, dice Manuela, nipote di Furceri. E poi, rivolgendosi a lui: “Non sto qui a dirti quanti e quali abbracci mancheranno. Il valore di un uomo come te parla da solo. Dirti arrivederci è difficile, ma davanti a noi qui oggi tu sei un eroe. Ciao maresciallo, ciao comandante, ciao zio”.