Agente si uccide con la pistola d’ordinanza dopo attacchi social per aver sostato in un posto disabili
Tragedia all’alba di martedì 4 febbraio nel Comune di Palazzolo sull’Oglio (Brescia, al confine con la nostra provincia): un agente della Polizia locale si è infatti tolto la vita con un colpo di pistola. Il 43enne, nei giorni scorsi, era stato preso di mira con pesanti attacchi sui social dopo che aveva parcheggiato nel posto dedicato ai disabili a Bergamo città con l’auto di servizio. Lui si era prima scusato e poi automultato con cento euro donati all’associazione Anmic Bergamo, ma gli attacchi social nei suoi confronti non si erano fermati.
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Come racconta Brescia Settegiorni, il fatto è accaduto intorno alle 5.45, in Municipio a Palazzolo. Sul posto sono accordi i carabinieri di Chiari, i colleghi della Municipale e un’automedica, ma i sanitari non hanno potuto che constatare il decesso dell’uomo. Gli inquirenti hanno escluso sin da subito la responsabilità di terzi e non hanno avuto dubbi nel definire quanto accaduto come un suicidio. Una tragedia simile si era verificata a Desenzano nel luglio 2018.
Il 43enne aveva termina a mezzanotte il servizio a Cividate, in Bergamasca, dove operano proprio i vigili della sezione Palazzolo-Erbusco data l’assenza di agenti locali. La vittima aveva coperto il pattugliamento del turno 20-24. Sarebbe dovuto rientrare a casa dalla compagna, invece non lo ha fatto. La tragedia ha colpito tre comunità: quella palazzolese e quella di Erbusco, Comuni consorziati per quanto riguarda il Comando di Polizia Locale (a Erbusco l’agente aveva lavorato per circa 13 anni, prima di passare in Comando a Palazzolo), e quella di Cologne, dove viveva. Non vedendolo rientrare a casa dopo il turno, la compagna dell’agente si era preoccupata e aveva chiamato il Corpo di Polizia. A recarsi in Comune per verificare che il collega non avesse avuto un malore o altri problemi sono stati il comandante dei vigili e, appunto, i carabinieri di Chiari. Sono stati loro a fare l’amara scoperta.
A portarlo all’estremo gesto, secondo la prima ricostruzione dei fatti, i pesanti attacchi social che il 43enne aveva subito. Nonostante si fosse scusato e automultato, come detto, i leoni da tastiera dei social network non si erano fatti scrupoli ad attaccarlo, anche pesantemente. Al momento non è chiaro se l’uomo abbia lasciato una lettera o un biglietto in cui spiegava le sue intenzioni.
Redazione Articolo a cura di PrimaBergamo.it