Polizia locale

Agente di Polizia Locale uccisa, svelato il ‘contratto di sottomissione’ sessuale con il Comandante

Nuovi elementi sull’omicidio di Sofia Stefani emergono durante il processo in Corte D’Assise. Gianpiero Gualandi, su cui pende l’accusa di omicidio, era legato alla giovane ex agente di polizia locale da una relazione sentimentale. In aula rivelati i dettagli del “contratto di sottomissione sessuale” siglato dai due.


“Nei concitati giorni che portarono all’omicidio, Gualandi si trovava prigioniero di un castello di menzogne da lui stesso costruito”. Così la procuratrice aggiunta di Bologna, Lucia Russo, prendendo la parola nell’aula della Corte di Assise, durante il processo sull’omicidio dell’agente di polizia locale Sofia Stefani, 33 anni, per cui è imputato l’ex comandante della polizia locale di Anzola dell’Emilia, Giampiero Gualandi, 63enne.

Il contratto di sottomissione di natura sessuale

L’avvocato Andrea Speranzoni che assiste i genitori di Sofia Stefani, ha chiesto l’ammissione di una lista di 66 testimoni, oltre a sette produzioni documentali: “Nel contratto di sottomissione sottoscritto il 18 maggio 2023, contenuto in una pennetta USB, tra il Supremo (Gualandi) e la Schiava (Stefani) di chiara natura sessuale, si legge ‘Io signore e padrone, mi impegno a dominare l’anima della mia sottomessa, divorandola a mio piacimento”.

L’avvocato della difesa, Claudio Benenati, ribatte come questo contratto sia un riferimento al libro – e film – ‘Cinquanta sfumature di grigio’, fenomeno di massa. È un contratto che è un gioco, non si può dare un giudizio sulla vita sessuale degli adulti. Segnalo che dalla copia forense del telefonino della Stefani su ricerca di siti la tematica interessava alla Stefani, per cui presento la copia del contratto di sottomissione. Chiediamo l’esame di tutti i testi in lista”.

La Difesa era un gioco

«Il contratto di sottomissione viene dal libro “50 sfumature di grigio”, uno dei successi editoriali del 2011, lo si trova nel capitolo 11. Ci sono siti Bdsm da cui si possono scaricare contratti di questo tipo. Era un gioco, non ha nessuna validità, nessuna efficacia giuridica, nessuna possibilità di condizionare comportamenti. Nella vita sessuale gli adulti possono fare quello che vogliono». Lo ha spiegato l’avvocato Claudio Benenati, uno dei difensori di Giampiero Gualandi, replicando alle affermazioni della pubblica accusa che ha citato il «contratto di sottomissione sessuale» firmato dall’imputato e dalla vittima il 18 maggio 2023, circa un anno prima dell’omicidio. Anche l’altro difensore di Gualandi, avvocato Lorenzo Valgimigli, ha avvisato la Corte di assise, rivolgendosi ai giudici, di fare attenzione «a chiunque cerchi di tirarvi per la giacca su pregiudizi di tipo morale». «In quel contratto i protagonisti sono un comandante e un agente, si colloca tutto nel contesto lavorativo di Sofia Stefani», ha ribattuto poi l’avvocato Andrea Speranzoni, difensore di parte civile per i genitori della vittima.

I fatti

I due avevano una relazione. Stefani è stata uccisa il 16 maggio 2024 da un colpo partito dalla pistola di ordinanza di Gualandi nell’ufficio dell’uomo, al comando di Anzola dell’Emilia. L’imputato è presente in aula per la prima volta, seduto a fianco dei suoi difensori, gli avvocati Claudio Benenati e Lorenzo Valgimigli. Ha sempre sostenuto la versione che si sia trattato di un incidente, uno sparo esploso per errore durante una colluttazione con la giovane.

“Ma come si vedrà dalle consulenze tecniche – ha replicato la pm Russo – sull’arma non sono state trovate tracce né biologiche né dattiloscopiche di lei, ma solo dell’imputato”. La pm ha ricostruito “la tormentata relazione tra i due”, in cui ha evidenziato la “vulnerabilità” di Stefani, molto più giovane dell’uomo e la “ciclica altalenanza” del loro rapporto, “fino al tragico epilogo”.

Un rapporto che si interruppe a fine aprile 2024, a seguito della scoperta della relazione da parte della moglie di Gualandi, anche se l’uomo le disse che era conclusa da tempo e che Sofia Stefani continuava a perseguitarlo. Poi, però, ricostruisce la Procura, “la relazione riprese a pochi giorni di distanza, nella piena inconsapevolezza della moglie e, nella fase che precede l’omicidio, Gualandi assume comportamenti di assoluta doppiezza, mandando alla Stefani messaggi confermativi del rapporto affettivo e sessuale mentre alla moglie, negli stessi minuti, scriveva di essere tormentato da Stefani”.

Infodifesa è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale

Cosa Aspetti? Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI

error: ll Contenuto è protetto