A.P.C.S.M., la Legge soffoca i diritti dei militari. La Fortuna lancia l’allarme “Urge un correttivo o sarà una lenta agonia”
Il clima è rovente e la tensione palpabile nel mondo delle Forze Armate e delle Forze di Polizia a ordinamento militare, il cui orizzonte è sempre più offuscato. Giuseppe La Fortuna, Segretario Nazionale dell’U.S.M.I.A. Carabinieri, lancia un grido d’allarme in un’intervista dai toni duri, puntando il dito contro il preoccupante “silenzio” del Governo, sinora spettatore dell’evidente agonia che stanno vivendo le Associazioni Sindacali Militari a causa di una normativa lacunosa e inefficace rispetto all’esigenza di tutela dei diritti del personale.
L’avvertimento: Il rischio di proteste del ‘popolo in uniforme’
La Fortuna non usa mezzi termini: “Se il Governo non interverrà al più presto, il popolo in uniforme – ormai esausto e profondamente deluso – prima o poi scenderà nelle piazze con gli striscioni per denunciare le precarie condizioni economiche, di servizio e di sicurezza in cui è costretto ad operare. La mia è – ovviamente – solo una triste congettura che, per primo, mi auguro non accada – continua La Fortuna – e aggiunge: “L’attuale legge non solo manca di offrire garanzie reali, ma si sta rivelando un boomerang per chi appartiene al comparto Difesa e Sicurezza”.
Il paradosso della nuova legge: Un passo indietro di quarant’anni
Il vero affondo arriva quando La Fortuna afferma: “Siamo tornati indietro di quarant’anni, con la differenza che oggi i nostri militari devono anche farsi carico di un’ulteriore “tassa” mensile per pagare l’associazione a cui sono iscritti che – con l’attuale normativa – espone a conseguenze giuridiche persino i “difensori degli indifesi”. Lo dimostrano gli ultimi provvedimenti avviati nei confronti di alcune A.P.C.S.M. perché, probabilmente – il condizionale è d’obbligo –, hanno portato alla luce alcune delle annose sofferenze che affliggono l’intero comparto. È questa la tutela che uno Stato democratico di diritto offre a chi serve e protegge il Paese anche a costo della vita?”
La provocazione di La Fortuna: ‘Sopprimiamo le Associazioni Militari?
L’attacco del Segretario Nazionale si fa ancora più tagliente quando, con sarcasmo, dichiara: “Anziché soffocare il grido d’aiuto lanciato dalle Associazioni Militari, sopprimiamole, così come è stato fatto con la rappresentanza militare che, nonostante i rigorosi limiti normativi, aveva conquistato molta più autonomia funzionale di quella concessa alle odierne A.P.C.S.M.”. Una provocazione che cela una dura critica: “In questo clima di crescente tensione e contrapposizioni tra parti sociali, amministrazioni e politica sembrerebbe si stia delineando il principio ‘dividi e conquista’! Ma attenzione! Più il “potere” diventa insindacabile, più aumenta il malessere e la disgregazione tra i militari con gravi ripercussioni sull’efficienza istituzionale”.
Un monito alle Autorità per salvare i diritti dei militari
La Fortuna conclude auspicando che questo intervento sia da monito per le Autorità politiche e militari, altrimenti l’ultimo baluardo dei diritti dei militari rischia di fallire prima ancora di affermarsi. Come ben illustrato dai Segretari Generali dell’U.S.M.I.A., Leonardo Nitti dell’Esercito – anche Segretario Generale Interforze – e Carmine Caforio dei Carabinieri, durante gli incontri con la Funzione Pubblica in sede di rinnovo contrattuale, in un momento storico in cui la stabilità e la sicurezza della Nazione sono più che mai cruciali, non è concepibile “abbandonare” le donne e gli uomini con le stellette in una condizione di vulnerabilità senza precedenti. Un rischio che nessuno può permettersi di correre! Alla solidarietà espressa in queste ultime settimane da parte dei Ministri della Difesa e dell’Interno a seguito delle sistematiche aggressioni subite dalle Forze dell’Ordine – segnale di vicinanza molto apprezzato dall’U.S.M.I.A. –, adesso ci aspettiamo azioni concrete e non più solo promesse.
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