Spara contro la moglie e poi si suicida. Dramma a Mangone, si toglie la vita Assistente Capo della Polizia Penitenziaria
Era a casa in riposo dopo l’ultimo turno di notte nel carcere di Cosenza dove lavorava , l’ennesimo in trent’anni di servizio nella polizia penitenziaria, ma qualcosa è successo nella mente del 57 enne che dopo una breve discussione ha sparato contro la moglie mancandola poi si è suicidato.
Quando l’agente penitenziario ha puntato la pistola contro la madre dei suoi figli l’arma si è inceppata dandole il tempo di scappare allora l’ha inseguita per le scale e ha sparato per colpirla alle spalle ma il colpo è andato a vuoto e per strada la donna si è salvata dal folle raptus femminicida del marito.
Rimasto da solo in casa ha rivolto contro se stesso la pistola d’ordinanza e questa volta la sua mano è non ha tremato e si è suicidato.
I Due bambini, la più grande di 7 anni, fortunatamente erano a scuola. Quella casa nel centro storico di Mangone che era stata la culla di una vita apparentemente normale non lo sarà mai più.
Qualche anno prima il poliziotto era stato aggredito in carcere da un detenuto, da allora era cambiato con profondi stati d’ansia, l’ennesima dimostrazione secondo il sindacato autonomo di polizia penitenziaria di come per chi lavora in carcere, sia necessario un supporto e una vigilanza psicologica costante.
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