Tensioni interne e Accuse Infondate fra Carabinieri al Palagiustizia di Torino, testimonia il generale Rizzo
In un’aula di tribunale a Torino, il generale dei carabinieri Francesco Rizzo ha fornito una testimonianza significativa in un processo che mette in luce le dinamiche interne al ‘reparto servizi magistratura’ dell’Arma dei Carabinieri. Al centro del caso c’è un maresciallo, ora imputato per calunnia, a seguito di una denuncia presentata nel 2021 contro un luogotenente, suo superiore all’epoca dei fatti.
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Contesto del Processo
Il processo ha il suo fulcro in una denuncia presentata dal maresciallo, che ha accusato il luogotenente di condotte improprie, inclusa “l’invenzione” di ore di straordinario. Queste affermazioni sono state in seguito ritenute infondate, come emerso dalle indagini svolte dall’aliquota di polizia giudiziaria dell’Arma e confermato dal superiore diretto del luogotenente, un tenente colonnello.
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Clima di Tensione e Accuse
Durante le udienze, diversi testimoni hanno descritto un ambiente di lavoro teso all’interno del reparto, con episodi di intemperanze verbali, intimidazioni e minacce di apertura di procedimenti disciplinari, presumibilmente instigati dal luogotenente ora trasferito ad altra sede. Tali dichiarazioni hanno gettato luce su possibili dinamiche di potere e conflitti interni all’organizzazione.
Ruolo e Intervento di Rizzo
Il generale Rizzo, che all’epoca dei fatti era comandante provinciale dell’Arma a Torino e ora ricopre la posizione di capo di stato maggiore della Legione Lazio, ha avuto un ruolo chiave nel processo. Informato della situazione, Rizzo si recò personalmente a Palazzo di giustizia per verificare le condizioni all’interno del reparto. Nonostante non avesse rilevato problemi specifici, il generale aveva esortato i carabinieri a operare con serenità, evidenziando l’importanza della tranquillità e della professionalità nell’espletamento dei loro doveri.
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