I file segreti su Messina Denaro, il carabiniere e il politico restano in silenzio davanti al gip
Hanno deciso di non rispondere alle domande del gip Alfredo Montalto il maresciallo dei carabinieri e il consigliere comunale di Mazara del Vallo, arrestati giovedì scorso perché avrebbero sottratto file riservati legati alle indagini sulla latitanza del boss Matteo Messina Denaro e avrebbero cercato di rivenderli all’agente fotografico Fabrizio Corona, che è indagato a piede libero.
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I due hanno quindi deciso per il momento di non fornire una loro versione dei fatti e di non difendersi rispetto alle accuse formulate dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dal sostituto Pierangelo Padova che coordinano l’inchiesta. Secondo la ricostruzione dei pm, il maresciallo, in servizio alla Compagnia di Mazara del Vallo, avrebbe acquisito 768 documenti coperti dal segreto istruttorio e assieme al politico avrebbe provato a piazzarli contattando Corona. Questi avrebbe coinvolto Moreno Pisto, direttore della testata on line “Mow”.
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Pisto (che non è indagato) con uno stratagemma avrebbe copiato tutti i documenti, ma dopo averli valutati, rendendosi conto della delicatezza del materiale, aveva deciso di contattare la squadra mobile e di raccontare l’accaduto. Da lì l’arresto. Gli investigatori hanno poi sequestrato tablet ed altri dispositivi informatici ai tre indagati perché si ipotizza che possano essere stati sottratti altri documenti riservati. Non è chiaro quale sarebbe stato l’obiettivo dell’operazione: se è probabile, secondo la Procura e anche il gip, che il maresciallo abbia agito per ottenere denaro in cambio dei file, non si esclude che lo scopo potesse essere quello di mettere in giro teorie complottistiche sulla cattura dell’ex superlatitante.
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