Aeronautica Militare

Il carburante usato dall’aeronautica rivenduto nelle pompe di benzina: in 14 ai domiciliari. Coinvolti 5 militari

Avevano messo in piedi un sistema per non pagare l’Iva e per gestire una serie di pompe di benzina con carburante di contrabbando, un gasolio speciale utilizzato appositamente per i velivoli militari, il ‘Jet Propellant 8’. Un giro d’affari importante che si era anche reinventato dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. Protagonista un gruppo di quindici persone variegato composto da imprenditori che gestiscono pompe di benzina alle porte di Roma, autotrasportatori e cinque sottufficiali dell’Aeronautica militare “amici” che, secondo le indagini, venivano di fatto corrotti. 

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A scoprire il sistema fraudolento sono stati i finanzieri del comando provinciale di Roma e la procura di Velletri. Quattordici persone sono finite ai domiciliari, per un altro invece è stato imposto l’obbligo di dimora nel comune di Aprilia.

Misure alle quali si sommano i sequestri di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie tra cui contanti, conti correnti, auto, terreni, 4 distributori di carburanti e una villa con piscina. Il tutto per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro. Le indagini hanno consentito di ricostruire, a oggi, un traffico illecito di combustibili per autotrazione per oltre 7 milioni di litri.

L’escamotage sulla benzina dalla Germania

In una prima fase è emerso come, con cadenza settimanale, alcune autobotte si sarebbero recate in Germania dove avrebbero prelevato combustibile che veniva dichiarato in importazione come “olio lubrificante”. Un sistema che così ha permesso di evitare l’Iva e l’accisa previste per i carburanti. Il prodotto, che in realtà era a tutti gli effetti gasolio, una volta arrivato in Italia veniva prima travasato in un’altra autocisterna e poi distribuito alle pompe stradali di Anzio, Albano Laziale, Aprilia, alterando così la concorrenza del mercato con prezzi più bassi.

La guerra e i nuovi affari

Un meccanismo che, però, nel periodo in cui il conflitto russo-ucraino aveva portato all’aumento vertiginoso dei prezzi e all’abbassamento del carico fiscale sulle accise era ormai troppo costoso. Bisognava trovare un’alternativa. E così gli stessi imprenditori delle pompe di benzina si sono riorganizzati ricevendo il carburante direttamente dalla base di Pratica di Mare grazie ad accordi “corruttivi” – spiega la finanza – intrattenuti con 5 sottufficiali dell’Aeronautica Militare in servizio presso il locale reparto carburanti.

carburante

I militari infedeli

Secondo quanto emerso i militari, invece di rifornire di ‘Jet Propellant 8‘ gli aerei dell’Aeronautica presenti nell’aeroporto militare, lo vendevano in parte clandestinamente agli imprenditori gestori dei tre distributori di Anzio, Albano Laziale e Aprilia. Per fare questo, avevano alterato il meccanismo di pesatura delle cisterne grazie a un crick posto sotto la pesa in grado di alleggerire a piacimento il peso delle cisterne in uscita dalla base di Pratica di Mare.

Un sistema permetteva di non effettuare lo scarico completo delle cisterne in entrata e di smerciare successivamente la rimanenza di prodotto ai distributori stradali compiacenti. I militari infedeli, per il loro operato, ricevevano in contanti, direttamente dagli autotrasportatori, circa un euro per ogni litro di carburante trafugato, mentre il gasolio veniva consegnato da questi ultimi direttamente presso i singoli distributori.

Le pompe di benzina

Nel corso delle indagini è emerso inoltre che ai tre distributori coinvolti se n’è aggiunto un quarto, che riceveva il JP-8 direttamente da parte di uno dei militari arrestati il quale riempiva quotidianamente il baule della propria vettura di taniche piene di carburante per poi consegnarle “a domicilio” a un gestore di Lanuvio. In questo caso il responsabile della pompa, anche lui arrestato, provvedeva di notte a svuotarlo nelle cisterne dell’impianto. Inoltre, gli imprenditori che gestivano le pompe di Anzio, Albano Laziale e Aprilia, avevano stretto accordi commerciali anche con un deposito di carburanti di Ariccia che tramite fatture false e altri artifici contabili, riusciva a procurare loro ulteriore gasolio di contrabbando.

La collaborazione dell’Aeronautica

Come spiega la finanza, l’Aeronautica Militare “ha costantemente fornito il proprio contributo per disvelare gli illeciti oggetto delle indagini e per individuare i soggetti responsabili”. Sul caso la forza armata ha espresso “piena fiducia e assicura la massima collaborazione nei confronti della magistratura per far completa luce sulle eventuali responsabilità individuali di appartenenti alle Istituzioni in fatti che vanno a ledere l’immagine e il prestigio dell’Aeronautica, contrastando con il costante impegno dell’Aeronautica a servire il Paese, difendere la legalità e la sicurezza collettiva”.

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