Carabiniere Salvatore Nuvoletta: un Eroe coraggioso. “So di dover morire, me lo hanno detto ma non ho paura, io sono un carabiniere”
Salvatore Nuvoletta, nato a Marano di Napoli da una famiglia con solidi principi morali, ha sempre seguito il suo senso di giustizia e legalità. A soli 17 anni, decide di intraprendere la carriera di carabiniere, mettendo così al servizio della comunità il suo impegno e la sua dedizione.
Il suo primo incarico lo porta alla caserma dei carabinieri di Casal di Principe, un’area nota per la sua forte presenza criminale legata alla camorra. È qui che, nel giugno del 1982, durante un conflitto a fuoco tra i carabinieri e alcuni criminali, il pregiudicato Mario Schiavone viene ucciso.
Salvatore Nuvoletta: Un Eroe Coraggioso Che Ha Pagato con la Vita il Suo Impegno
Il 2 luglio 1982 Salvatore Nuvoletta, mentre si trovava nel suo paese natale, accanto a un esercizio commerciale di un parente, un commando di killer si avvicina a lui e, chiamandolo per nome, lo uccide.
In quel momento, Salvatore compie un gesto eroico: spinge via un bambino di 9 anni che si trovava sulle sue ginocchia, salvandogli la vita.
L’omicidio di Salvatore Nuvoletta rimase a lungo avvolto nel mistero. Solo in seguito alle confessioni del pentito Carmine Schiavone si apprese che l’uccisione era una ritorsione camorristica guidata da Antonio Bardellino, a causa dell’uccisione di Mario Schiavone.
Al momento dell’omicidio di Mario Schiavone, Salvatore Nuvoletta si trovava in riposo settimanale e non aveva alcun coinvolgimento nel conflitto a fuoco. Tuttavia, il nome di Salvatore cominciò a circolare come capro espiatorio, alimentando la volontà dei Casalesi di vendicare la morte del loro congiunto.
Si racconta che la madre di Salvatore, disperata, avesse implorato il figlio di andarsene in quel momento: “Vattene, vattene! Lascia tutto per un bel po’ e vai via!”. Ma la risposta di Salvatore fu chiara e decisa: “Mamma, come posso andarmene? Sono un Carabiniere, non posso andarmene!”.
E così, il 2 luglio del 1982, Salvatore si trovava seduto con un bambino di 9 anni sulle ginocchia, di fronte all’esercizio commerciale di alcuni parenti. Quando sente pronunciare il suo nome ad alta voce, reagisce istintivamente: scaraventa il bambino sul marciapiede per proteggerlo e, in un attimo, la sua vita viene tragicamente interrotta.
La memoria di Salvatore Nuvoletta vive ancora oggi. Una strada ed uno stadio comunale portano il suo nome ma più importante di tutto è il suo esempio di umiltà, coraggio e onestà, che continua a ispirare tanti giovani.
Era il 2 luglio del 1982. Salvatore aveva solo vent’anni.
“So di dover morire, me lo hanno detto ma non ho paura, io sono un carabiniere.”
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