Difesa

Capo di Stato Maggiore della Difesa: “La nostra presenza allontana lo spettro della guerra dalle porte di casa”.

La presenza italiana in Kosovo allontana lo spettro della guerra alle porte di casa nostra. Lo ha detto il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, in audizione davanti alle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. “Per tanto tempo ho sentito mettere in discussione il valore della nostra presenza in Kosovo. Abbiamo compreso nelle ultime settimane quanto fosse importante restare. La nostra presenza garantisce il costante riallineamento di equilibri fluidi e ha offerto a tante generazioni l’opportunità di vivere in pace e prosperare, allontanando lo spettro della guerra alle porte di casa nostra”, ha spiegato Cavo Dragone.

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I picchi di confronto nel nord del Kosovo sono avvenuti “perché era inevitabile” ma la situazione non è più ai livelli di venerdì scorso, resta “tesa ma non conflittuale”, ha spiegato. “Si è concluso il picco di violenza pura, resta una situazione tesa. La nostra forza è di interposizione tra la polizia kosovara e i manifestanti serbo-kosovari. I nostri militari stanno facendo il loro mestiere come al solito. Sono maestri nella negoziazione”, ha evidenziato Cavo Dragone. L’ammiraglio ha anche rassicurato sullo stato di salute dei militari italiani rimasti recentemente feriti: “I ragazzi stanno tutti bene. Tre erano quelli che destavano maggiori preoccupazioni. Sono stati ricoverati all’ospedale di Pristina con due fratture alla tibia e una al polso, che verranno curate in maniera opportuna dalla struttura sanitaria, che dà tutte le garanzie”.

Le missioni all’estero possono essere il battistrada di un Sistema Paese capace di proporre non solo addestramento o assetti militari ma anche modelli organizzativi moderni. Le missioni possono offrire “ricostruzione delle istituzioni, moderni sistemi produttivi”, ha aggiunto. “Stabilità e sicurezza sono irrinunciabili per lo sviluppo economico e sociale”, ha continuato Cavo Dragone.

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