La Bce alza i tassi per la settima volta consecutiva: “Prospettive di inflazione troppo elevate”
L’istituto guidato da Christine Lagarde ha alzato per la settima volta consecutiva i tassi di interesse. “Le prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate per troppo tempo”, si spiega da Francoforte. Ecco di quanto aumentano i mutui a tasso variabile.
“Le prospettive di inflazione continuano ad essere troppo elevate per troppo tempo”. Questa è la motivazione per cui la Banca centrale europea ha deciso di alzare di 25 punti base i tassi di interesse portandoli al 3,75%. Da Francoforte si sottolinea che “l’inflazione complessiva è diminuita negli ultimi mesi”. Ma c’è un “ma”: “Le pressioni sottostanti sui prezzi rimangono forti“. I ritardi e la forza della trasmissione degli aumenti dei tassi all’economia reale sono stati definiti “incerti”. Questa imprevedibilità è stata plasticamente dimostrata dagli ultimi dati sull’inflazione: nell’Eurozona ha interrotto la discesa imboccata ad ottobre (quando era al 10,6% anno su anno) risalendo al 7% ad aprile dal 6,9% di marzo.
Perché la Bce ha aumentato ancora i tassi di interesse
Perché alzare i tassi contribuisce ad abbassare l’inflazione? Ipotizziamo che una coppia voglia comprare una casa e che prenda a prestito 100mila euro. Semplificando molto, se i tassi sono all’1%, dovranno pagare 1.000 euro di interessi. Se i tassi però salgono al 3.75%, la coppia dovrà dare 3.750 euro. E così via. Un aumento dei tassi di interesse irrigidisce, in generale, la richiesta di credito da parte di cittadini e imprese e quindi fa calare la domanda. La coppia in questione, ad esempio, ci penserà due volte prima di comprare la casa. Calando la domanda, si raffreddano anche gli aumenti dei prezzi. Effetto collaterale di questo è la minore crescita, o addirittura la recessione dell’economia: semplificando di nuovo, se la coppia non comprerà la casa non darà lavoro agli operai che dovevano ristrutturarla.
Le future mosse della Banca centrale europea
“Le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi ufficiali siano portati a livelli sufficientemente restrittivi per conseguire un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2% e saranno mantenuti a tali livelli per tutto il tempo necessario“, è scritto ancora nel comunicato relativo alla decisione. Non viene dunque fornita nessuna forward guidance, ossia un’indicazione precisa sulle prossime mosse. Ma, leggendo tra le righe, a Francoforte in questo momento sembrano volare più i falchi che le colombe. Al contrario di quanto accaduto a Washington, dove il presidente della Banca centrale americana (la Fed), dopo aver alzato i tassi di 25 punti base, ha detto che nella riunione di giugno si valuterà una pausa.
“Abbiamo ancora strada da percorre”
La presidente dell’istituto di Francoforte, Christine Lagarde, ha rincarato la dose: “Non stiamo facendo una pausa, abbiamo ancora strada da percorrere“. Evidenziando che all’interno del Consiglio direttivo, formato da sei banchieri (tra cui l’italiano Fabio Panetta) e dai governatori di tutte le Banche centrali dell’Eurozona, c’è stata una “varietà di visioni”. Ma “tutti concordavano che un aumento era necessario“, ha aggiunto. Lagarde ha poi invitato gli Stati membri dell’Eurozona a fermare “prontamente e in maniera coordinata” gli aiuti contro la crisi energetica, divenuta meno grave grazie al calo del prezzo del gas. Altrimenti questi sussidi – aumentando la liquidità in circolazione – contribuiranno all’aumento dei prezzi.
Quanto aumentano i mutui
Facile.it ha preso come ipotesi un finanziamento a tasso variabile da 126mila euro in 25 anni sottoscritto a gennaio dello scorso anno. Nella simulazione, il tasso annuo nominale di partenza è dello 0,67% corrispondente a una rata mensile di 456 euro. Dopo l’ultimo aumento, l’acquirente del nostro esempio potrebbe arrivare addirittura a pagare 693 euro, il 52% in più rispetto alla rata iniziale.
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