Negato trasferimento a Carabiniere con madre e figli gravemente disabili. NSC Lazio: «Generale Luzi, i diritti non sono un optional»
«Un collega in forza alla Centrale Operativa di Roma, si è visto negare il trasferimento chiesto in base alla Legge 104/1992, avendo madre e due figli piccoli gravemente disabili. Una disavventura che dura dal 2019 e che si è conclusa pochi giorni fa, con l’ennesimo rifiuto che, di fatto, nega il diritto della persona ammalata ad un’adeguata e continuativa assistenza».
Lo rende noto la Segreteria regionale Lazio del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC) che ha scritto una lettera aperta al comandante generale dell’Arma Teo Luzi, chiedendo un intervento a tutela dei diritti del personale.
«Si tratta di decisioni – dice il sindacato – che sono profondamente caratterizzate dalla mancanza di ascolto dei militari e quindi, della mancata ricerca del compromesso tra l’esigenza dell’amministrazione e le necessità del personale. Rivolgiamo il nostro appello al Generale Luzi chiedendogli di guardare la sua “casa di vetro”, e di intervenire per tutelare i diritti e il benessere dei colleghi, dando vita a valutazioni e procedure più eque e che tengano conto di tutte le esigenze del personale».