Militari e Forze di Polizia, tutte le cifre del rinnovo di contratto. Si parte da 113 euro
“Ho ribadito alla ministra Lamorgese la mia ferma intenzione di avviare entro aprile la trattativa per il rinnovo contrattuale del comparto sicurezza. Condivido pienamente l’auspicio di chiudere entro giugno: da troppo tempo le nostre forze di Polizia aspettano risposte concrete”. È quanto aveva annunciato su Twitter il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta (per leggere l’articolo qui Infodifesa.it)
Quanto aumenterà lo stipendio di militari e forze di polizia?
Per i circa 500mila appartenenti alle Forze di polizia, con le risorse stanziate, è previsto un aumento annuo lordo dipendente di euro 1472,56 pari al 3,78%., circa 113 euro mensili in media.
Ma vediamo i numeri nel dettaglio che Infodifesa riporta in anteprima:
Arma dei Carabinieri personale non dirigente incluso cappellani militari | 121 euro mensili lordo dipendente |
Guardia di Finanza non dirigenti incluso cappellani militari | 122 euro mensili lordo dipendente |
Polizia Penitenziaria Non dirigenti | 114 euro mensili lordo dipendente |
Polizia di Stato non dirigenti | 119 euro mensili lordo dipendente |
Forze Armate non dirigenti incluso cappellani militari | 115 euro mensili lordo dipendente |
Forze Armate altro personale | 47 euro mensili lordo dipendente |
Vigili del Fuoco Dirigenti | 307 euro mensili lordo dipendente |
Vigili del Fuoco Direttivi | 135 euro mensili lordo dipendente |
Vigili del Fuoco Non Direttivi Non Dirigenti | 103 euro mensili lordo dipendente |
Non solo aumenti,anche parte normativa in scadenza
In particolare, i sindacati stanno facendo pressione affinché venga riconosciuta la specificità del lavoro in divisa, così come previsto dall’articolo 19 della legge 183/2010, dove appunto si parla di “specificità del servizio svolto svincolandolo così dalle procedure contrattuali, funzionali, giuridiche ed ordinamentali del resto del pubblico impiego”. Una specificità mai concretamente riconosciuta dai precedenti rinnovi, tant’è che le parti sociali non sono disposte ad attendere oltre.
Lo stesso vale per la parte normativa del contratto. Per arrivare in tempi brevi ad un accordo, infatti, con il rinnovo del contratto 2016-2018 si decise di intervenire solamente sulla parte economica, rimandando ad un secondo momento l’ammodernamento di quella normativa. Un discorso che tuttavia non è stato affrontato, tant’è che questa parte del contratto è ormai ferma dal 2002. Serve intervenire sul “diritto alla genitorialità, alle pari opportunità e alle relazioni sindacali, come pure serve permettere l’accesso alle forme di previdenza complementare e di welfare d’amministrazione”.
Infine di rilievo il mancato avvio della Previdenza Complementare che comporterà per i futuri pensionati in divisa pensioni notevolmente inferiori rispetto ai colleghi in pensione con il sistema interamente retributivo.