Carabinieri

Carabiniere con la passione per le armi, nei guai per peculato

Venticinque anni di servizio, due encomi, una vita passata in caserma a occuparsi dei guai di un paese intero, è finito nei guai incastrato da un biglietto anonimo, scritto a mano su un foglio strappato da un quaderno, in cui lo si accusa di aver sottratto delle armi allo Stato italiano.

Peculato: un reato gravissimo di cui il carabiniere dovrà rispondere davanti al collegio dei giudici il prossimo 7 giugno. Ieri mattina infatti è stato rinviato a giudizio dal Gup, Beatrice Bergamasco, che ha accolto la richiesta della procura.

Oggetto dell’accusa, una decina di armi da sparo, fucili e pistole, alcune delle quali ferri vecchi, che il militare, secondo l’ipotesi della procura, avrebbe sottratto alla caserma a cui i cittadini le avevano consegnate. Beni divenuti dello Stato, quindi, sostiene la procura.



Ma ecco i fatti. Secondo la legge sulle armi, se una persona eredita un’arma, da un parente deceduto, ad esempio, non può tenerla se non ha il porto d’armi. Le strade sono due: o la dà, in vendita o in regalo, ad un privato che ha il permesso di detenerla, e si effettua un passaggio di proprietà, o la consegna alla caserma dei carabinieri in attesa di ottenere la licenza. Fidandosi di lui e conoscendolo come collezionista di armi da sparo, alcuni cittadini, non sapendo che farsene, gliele avevano consegnate.

Qualcuna in regalo e qualcuna in vendita, facendo un regolare passaggio. E qui sta il nodo della vicenda: perché per l’accusa quelle armi, consegnate ad un carabiniere in caserma, erano diventate patrimonio dello Stato, unico autorizzato a disporne. Nel caso in cui le armi avessero avuto un valore storico, e non erano questi i casi, secondo la difesa, dall’artiglieria avrebbero potuto finire in un museo, oppure sarebbero state destinate alla distruzione. Il carabiniere invece, convinto di averle acquisite regolarmente, con il passaggio dal precedente proprietario, si era comportato come qualsiasi collezionista, tenendo quelle che gli piacevano, e scambiando le altre con conoscenti appassionati come lui. Senza immaginare di essersi impadronito di un bene dello Stato.

Dalla sua parte, la circostanza che nessuna delle armi è stata sequestrata e tutte oggi risultano regolarmente detenute.
 

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