Esercito

L’esercito pensa a basette, pizzetto e capelli anche in emergenza. La direttiva sul decoro dell’uniforme e la cura della persona

Il Sindacato Italiano Autonomo Militare Organizzato Esercito – S.I.A.M.O. Esercito – a seguito della diramazione nelle ultime ore avvenuta sui canali social non ufficiali della Direttiva FOP-N.07 “IL DECORO DELL’UNIFORME E LA CURA DELLA PERSONA” diramata da COMFOP NORD, che ha destato nel personale confusione, chiede un intervento chiarificatore al Capo di Stato Maggiore, Gen. Salvatore FARINA.

In questi momenti di difficoltà, il personale impegnato sul territorio nazionale, ha la necessità di continuare ad operare con la consueta serenità, si sente pertanto la necessità di un intervento chiarificatore per evitare difformi applicazioni sul territorio nazionale.

A riguardo, questo sodalizio si chiede come sia possibile che un’Autorità di vertice, in difformità dalle direttive nazionali, possa riesumare disposizioni già superate da codesto Stato Maggiore in anni passati, come la problematica dello stacco della basetta con un intervallo di minimo 2-3 cm.

Oltretutto tali disposizioni lasciano un filo di inquietudine in un periodo in cui si chiede di far fronte al problema epidemiologico che ha coinvolto un’intera nazione.

Sull’argomento anche il sindacato Libera Rappresentanza dei Militari che sottolinea:

Giunge notizia  che il Comandante delle Forze Operative Nord privilegi le sue attenzioni più al decoro dell’uniforme e alla cura di barba e baffi che ad altri fattori per noi addirittura preminenti rispetto alla forma che debba avere un pizzetto in tempi di pandemia ed elevato impiego stressoggeno delle forze in campo.

E’ infatti della di sua firma una nuova pubblicazione su “barba shampoo e capelli” del 30 aprile 2020.

Onestamente, se  pur meritevole di tutte le considerazioni del caso, nel nostro Paese in questo momento noi cittadini (e i Militari lo sono) hanno a cuore e sono attanagliati da altre priorità quali la serenità e la sicurezza dei propri familiari, il destino del nostro Paese in termini di competitività e ripartenza,  di crollo del prodotto interno lordo “la gente che non arriva alla fine del mese”!

Chi svolge il servizio su strade sicure e da 60 giorni non vede i propri figli, la propria moglie o marito, i genitori anziani o chi fra essi piange un parente prossimo, un amico, un collega  di pattuglia!

Chi ha dovuto accompagnare feretri  guidando mezzi militari che in rispettosa colonna si dirigevano verso i cimiteri.

Pensare “e stressare” il personale sul taglio dei capelli, o la regolarità della lunghezza del pizzetto  ed altro ancora, non appare a nostro avviso né opportuno né produttivo in questo frangente, né potrebbe aumentare produttività o sollevare il morale del personale che impiegato in maniera continuativa e lontano da casa da mesi ha altri problemi “alloggiativi e di spettanze” a cui pensare oltre che quello del capello fuori ordinanza!

Invero – conclude LRM – forse ma è una nostra opinione, occorrerebbe concentrare le proprie energie “manageriali” di comando e controllo a risolvere ben altre problematiche che attanagliano il personale in questo momento.

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