Ferì un anziano al posto di blocco, «il poliziotto sparò per un errore», il pensionato ha perso un occhio
(di Adelaide Pierucci per il Messaggero) – Durante un posto di blocco aveva sparato due colpi di pistola in rapida successione centrando un conducente. Nessuna volontà, però, di uccidere . È stato scagionato dall’accusa di tentato omicidio Luca De Rado, l’agente di polizia che il 12 novembre del 2016, sulla via del Mare, ha ferito al volto Efisio Pilurzi, un anziano alla guida di una Cinquecento che, inavvertitamente non si era fermato all’alt. La riqualificazione del fatto in pena collettiva, seppure gravissime, è arrivata ieri con la lettura della sentenza . L’agente è stato così condannato a due anni per un reato minore e pagato una provvisionale per il ferito di 60.000 euro. La procura, che appunto, procedeva per tentato omicidio ne aveva chiesti sette.
Non ha retto al processo la ricostruzione dell’accusa che ha colpito gli stati esplosi volutamente dall’imputato, seppure per reazione allo spavento di essere investito da parte dell’anziano. De Rado aveva subito spiegato ai colleghi di aver intimato tre volte l’alt al conducente prima che i colpi partissero accidentalmente nel tentativo di arrestare la corsa dell’auto, che credeva rubata. «Gli atti erano idonei ad uccidere», era stata invece la ricostruzione del pm Mariarosaria Guglielmi, dopo aver dispoto una consulenza balistica. «Uno dei due colpi», come contestava il pm nel capo di imputazione, «ha colpito il montante dello sportello anteriore lato passeggero. L’altro iscritto dal parabrezza rompeva il volante dal quale partivano gli schemi che colpivano la vittima all’occhio sinistro, causandogli lesioni gravissime,
Il poliziotto, difeso dall’avvocato Gianpiero Mendola, ha ribadito la sua verità in aula: «I colpi sono partiti accidentalmente». «Mi è sembrato di vivere un film», aveva detto dopo il ferimento l’anziano, assistito dall’avvocato Vera Sala, «non avevo visto quel poliziotto. Dopo gli ho detto: “Ma che hai fatto?”». Agli atti dell’inchiesta era finita pure la testimonianza di un altro automobilista. «Ero spazientito», aveva raccontato, «la Fiat Cinquecento davanti alla mia auto procedeva a 10, 15 chilometri orari. C’erano degli agenti che dirottavano il traffico sulla via Ostiense, ma la Cinquecento superandoli, sempre marciando lentamente, aveva proseguito verso la via del Mare. Poi ho sentito uno sparo e visto l’auto arrestarsi all’improvviso».
L’agente non è mai stato sospeso dal servizio. Il gip Giovanni Giorgianni ne aveva disposto solo la misura della sospensione dell’uso delle armi, riservandogli compiti amministrativi.