L’ARMA CON LA FORESTALE DEVE PERCORRERE LA STRADA DEL SINDACATO. AI CARABINIERI IL DIRITTO DI SCEGLIERE
della rappresentanza militare, chi è
il destinatario dell’indebito beneficio? In questi giorni le Commissioni Difesa
e bilancio si accingono a votare una proroga del mandato cercando di far
credere a tutti che questa scelta sia stata adottata allo scopo di garantire la
riforma della rappresentanza e contestualmente tutelare il personale del Corpo Forestale dello Stato che si
accinge ad effettuare il complesso e delicato passaggio nell’Arma dei Carabinieri;
due scuse
tanto banali quanto, allo stesso modo, facilmente smentibili, sostiene il
delegato Co.Ce.R Giuseppe La Fortuna
che, di questo anomalo e sopratutto anti democratico orientamento, ne aveva già
percepito il pericolo in tempi non sospetti e soprattutto quando
l’incorporamento della Forestale appariva ancora un progetto irrealizzabile.
Probabilmente la verità è celata dietro ad altri incresciosi scenari tra cui,
il più logico e oltretutto tangibile, sembrerebbe quello di un “complotto”
avvenuto tra politica e alcuni gruppi di delegati i quali, probabilmente
timorosi dell’imminente resa dei conti, hanno ben saputo rappresentare i loro
interessi esclusivamente legati alla “comoda poltrona” e non quelli
del personale trascurati durante il loro lungo mandato. Infatti, continua il
delegato La Fortuna, per chi non fosse a conoscenza, la riforma della
rappresentanza è in atto da venti anni e con 4 semplici modifiche si
riuscirebbe in breve a mettere d’accordo tutte le Forze Armate; ma,
probabilmente, il testo della Calipari, confrontato con altri, è un ritorno al
passato con tanti punti sfavore che limitano il diritto di esercitare una
rappresentanza libera e soprattutto efficace. Premesso che nei confronti del personale
del Corpo Forestale dello Stato esprimo la mia massima e incondizionata
solidarietà – prosegue La Fortuna – nonché stima e ammirazione per l’alta
professionalità e il prezioso contributo che da sempre ha costantemente fornito
all’intera Nazione nello specifico settore, c’è da dire che l’epocale passaggio
ha già provocato un grave danno a quel personale civile che si vede costretto a
lasciar un sindacato sicuro e garantista per essere rappresentato da 5 Co.Ba.R
un Co.I.R. e un Presidente che partecipa alle riunioni del Co.Ce.R, senza però
avere diritto di voto, questa la
chiamiamo democrazia? Questo sarebbe uno dei motivi per tutelare i colleghi
della Forestale? Uscite dalle trincee e venite allo scoperto, lasciamo ai
nostri Carabinieri e non ai politici giudicare se siamo ancora degni di
rappresentare l’Arma o se tornare ai Reparti. Spero che il mio messaggio venga
letto dai quei politici veri, conclude La Fortuna, affinché si battano per far
trionfare la democrazia e non la forza occulta del potere, anche se a
malincuore devo ammettere che forse è davvero giunto il momento per intraprende
la strada che ci condurrà al sindacato che per anni ho combattuto ma che oggi
sembrerebbe l’unico strumento democratico e soprattutto efficace per
rappresentare al meglio i Carabinieri e i nuovi colleghi che stanno per
indossare la nostra uniforme. Muterebbe finalmente il ruolo negoziale dei delegati trasformandosi in una vera e propria concertazione, la
rieleggibilità sarebbe vincolata esclusivamente al “buon lavoro” del delegato,
sarebbe introdotta la tutela del
delegato e si approderebbe finalmente all’autonomia gestionale delle attività. Si credo proprio che quel momento tanto
atteso sia arrivato.
tanto banali quanto, allo stesso modo, facilmente smentibili, sostiene il
delegato Co.Ce.R Giuseppe La Fortuna
che, di questo anomalo e sopratutto anti democratico orientamento, ne aveva già
percepito il pericolo in tempi non sospetti e soprattutto quando
l’incorporamento della Forestale appariva ancora un progetto irrealizzabile.
Probabilmente la verità è celata dietro ad altri incresciosi scenari tra cui,
il più logico e oltretutto tangibile, sembrerebbe quello di un “complotto”
avvenuto tra politica e alcuni gruppi di delegati i quali, probabilmente
timorosi dell’imminente resa dei conti, hanno ben saputo rappresentare i loro
interessi esclusivamente legati alla “comoda poltrona” e non quelli
del personale trascurati durante il loro lungo mandato. Infatti, continua il
delegato La Fortuna, per chi non fosse a conoscenza, la riforma della
rappresentanza è in atto da venti anni e con 4 semplici modifiche si
riuscirebbe in breve a mettere d’accordo tutte le Forze Armate; ma,
probabilmente, il testo della Calipari, confrontato con altri, è un ritorno al
passato con tanti punti sfavore che limitano il diritto di esercitare una
rappresentanza libera e soprattutto efficace. Premesso che nei confronti del personale
del Corpo Forestale dello Stato esprimo la mia massima e incondizionata
solidarietà – prosegue La Fortuna – nonché stima e ammirazione per l’alta
professionalità e il prezioso contributo che da sempre ha costantemente fornito
all’intera Nazione nello specifico settore, c’è da dire che l’epocale passaggio
ha già provocato un grave danno a quel personale civile che si vede costretto a
lasciar un sindacato sicuro e garantista per essere rappresentato da 5 Co.Ba.R
un Co.I.R. e un Presidente che partecipa alle riunioni del Co.Ce.R, senza però
avere diritto di voto, questa la
chiamiamo democrazia? Questo sarebbe uno dei motivi per tutelare i colleghi
della Forestale? Uscite dalle trincee e venite allo scoperto, lasciamo ai
nostri Carabinieri e non ai politici giudicare se siamo ancora degni di
rappresentare l’Arma o se tornare ai Reparti. Spero che il mio messaggio venga
letto dai quei politici veri, conclude La Fortuna, affinché si battano per far
trionfare la democrazia e non la forza occulta del potere, anche se a
malincuore devo ammettere che forse è davvero giunto il momento per intraprende
la strada che ci condurrà al sindacato che per anni ho combattuto ma che oggi
sembrerebbe l’unico strumento democratico e soprattutto efficace per
rappresentare al meglio i Carabinieri e i nuovi colleghi che stanno per
indossare la nostra uniforme. Muterebbe finalmente il ruolo negoziale dei delegati trasformandosi in una vera e propria concertazione, la
rieleggibilità sarebbe vincolata esclusivamente al “buon lavoro” del delegato,
sarebbe introdotta la tutela del
delegato e si approderebbe finalmente all’autonomia gestionale delle attività. Si credo proprio che quel momento tanto
atteso sia arrivato.
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