OPERAZIONE SOPHIA: EUROPA ASSENTE PER IL MINISTRO DELLA DIFESA TRENTA. LE REGOLE NON CAMBIANO. Il MINISTRO DELL’INTERNO SALVINI: DECIDEREMO SE PARTECIPARE ANCORA. ITALIA SOTTO ATTACCO?
(di Salvo Consoli) – Acque agitate per l’Italia per l’operazione Sophia dato che ancora una volta l’Europa è rimasta assente con la delusione del Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, dopo la porta sbattuta in faccia al Ministro dell’Interno Matteo Salvini per la vicenda del pattugliatore Ubaldo Diciotti delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera. Vicenda che ricordiamo è costata al Ministro una indagine penale nei suoi confronti da parte della Procura di Agrigento, grazie a questa assenza dell’UE in un tema cosi delicato che grava tutto sul nostro Paese.
La proposta italiana di far ruotare i porti di approdo delle navi per lo sbarco di immigrati è rimasta silente. Le nuove regole di ingaggio dell’Operazione Sophia, presentate ieri dalla Ministra Trenta a Vienna davanti ai ministri della difesa della UE sono naufragate in alto mare. Cio’ nonostante la Ministra al di là della delusione è propositiva e spera in una soluzione considerato che il nostro Paese gioca bene il suo ruolo e riconoscendo gli sforzi compiuti dobbiamo portare l’UE a una condivisione del problema.
QUESTIONE BALCANI. La Ministra ha precisato nel corso della riunione come sia rilevante il nostro interesse per i Balcani, area che per la sua importanza e per i nostri interessi rappresenta un insieme di rischi da tenere sotto controllo. La pace di Dayton potrebbe essere minacciata, ad esempio quali conseguenze avrebbe sul resto dei Balcani lo scambio di confini e popolazioni che si preparano a fare la Serbia e il Kosovo con una idea che la stabilità passi per dei Balcani mono etnici? Come mai la polizia serba di Bosnia si è rifornita di 2500 nuovi fucili automatici dalla Serbia? Perché in Bosnia, ci sono campi di addestramento islamici per bambini anche d con meno di dieci anni vengono preparati militarmente sul modello di al-Qaeda e ISIS destando preoccupazione nella popolazione locale?
L’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini sulla missione Sophia: “Auspica una soluzione nelle prossime settimane” . Nonostante le difficoltà emerse nel corso dell’incontro evidenzia come negli ultimi anni L’Italia si è distinta nelle operazioni navali svolte nel Mediterraneo per cui “Perdere questo bene sarebbe un grande passo indietro per gli Stati membri e per tutta l’Unione”,
L’OPERAZIONE SOPHIA. è un’operazione militare dell’Unione europea avviata dal Consiglio affari esteri Ue nel giugno 2015 e successivamente prorogata due volte, fino alla scadenza fissata al 31 dicembre 2018. E tecnicamente nota come EunavForMed Sophia . Ha come obiettivo il contrasto al traffico di esseri umani nelle rotte che partono dalla linea costiera della Libia fino all’Italia o altri paesi dell’UE, attraverso «misure sistematiche per individuare, fermare e mettere fuori uso imbarcazioni e mezzi usati o sospettati di essere usati dai passatori o dai trafficanti». L’operazione prevede quattro fasi: 1)dispiegare le forze e raccogliere informazioni sui trafficanti , 2)procedere a fermi, ispezioni e sequestri, con distribuzione degli incarichi fra una fase in alto mare e una sulle coste libiche. 3 e 4)neutralizzazione delle imbarcazioni e attività di contrasto ai contrabbandieri direttamente sul territorio libico (fasi inattive).La previsione dei costi si aggira intorno ai 6 milioni di euro per il 2018 da ripartire fra i 27 paesi europei con esclusione della Danimarca
Le proroghe hanno riguardato:
Prima proroga del 20 giugno 2016: formazione della guardia costiera e della marina libiche e il contrasto al traffico di armi nella zona di operazione
Seconda proroga del 25 luglio 2017: Istituzione di un processo di controllo del personale in formazione per avere risultati accettabili nella formazione guardia costiera libica, miglioramento dello scambio di informazioni sulla tratta di esseri umani con le agenzie Europol e Frontex , predisponendo anche attività di sorveglianza e raccolta notizie sul traffico illecito relativo a esportazioni di petrolio dalla Libia.
Dallo scorso maggio 2018 il Consiglio Ue ha deciso per L’Operazione Sophia’ una nuova unità di informazione sul crimine nell’ambito di Eunavfor Med. L’unità costituita da 10 agenti di polizia degli Stati membri e da funzionari di Europol e Frontex ha l’obiettivo di condividere tra tutti gli attori interessati le informazioni sul traffico di esseri umani, sull’attuazione dell’embargo sulle armi imposto dall’Onu alla Libia, sul traffico illegale e su tutti i reati rilevanti per la sicurezza dell’operazione Sophia.
La missione dell’operazione navale dell’Ue è istituita per contrastare il business dei contrabbandieri e dei trafficanti di esseri umani nel sud del Mediterraneo centrale.
LE NUOVE REGOLE PROPOSTE DALL’ITALIA PER “SOPHIA” sono rappresentate dai seguenti tre punti:
1.) Per i salvataggi delle navi militari dei Paesi Ue, il porto di sbarco non deve essere italiano, pe cui viene introdotto il principio di rotazione dei porti, con relativa ripartizione dei migranti tra gli Stati membri.
2.) Con l’adozione di questo principio si prescinde dalla zona delle operazioni di soccorso e in tal modo si risolve il contenzioso con Malta che coordina la sua area SAR rifiutando poi l’approdo nell’isola sostenendo che Lampedusa è piu’ vicina. Pertanto deve applicato il principio SAR e non quello geografico, in aderenza all’ultimo aggiornamento della convenzione del Mare, che Malta ha rifiutato di ratificare.
3.) Istituzione di un’unità di coordinamento, composta da un rappresentante di ciascun Stato membro partecipante , gestita da Frontex e con la proposta avanzata dalla nostra Ministra della Difesa di dislocare a Catania detta unità, insieme alla sede locale della stessa Frontex.
ATTIVITA’ OPERATIVA: Secondo dati aggiornati dal CONSIGLIO EUROPEO a maggio 2018, SOPHIA ha prodotto un totale di 143 persone arrestate per sospetto di tratta e traffico, neutralizzato 545 imbarcazioni responsabili e contribuito a salvare 44.251 vite. Stando ai dati del Corpo delle Capitanerie- Guardia costiera , le unità navali della Marina Militare e della Capitaneria – Guardia Costiera, della missione hanno soccorso nel 2017un totale di 10.669 persone, corrispondenti i a circa il 9,3% delle oltre 114mila persone soccorse nel 2016. Infatti i mezzi navali della missione EunavForMed Sophia devono intervenire in caso di un naufragio per osservanza delle regole previste dal diritto internazionale, cosi come è tenuta a intervenire qualsiasi imbarcazione privata o pubblica che si trovi in una area di soccorso . Le operazioni sono coordinate dalla centrale operativa della Guardia Costiera presso il Comando generale delle capitanerie di porto , considerato anche che la Libia è sprovvista di un Mrcc (Maritime Rescue Coordination Center) e l’approdo finale si effettua nei porti italiani dato che in base a disposizioni interne per il soccorso in mare si fa riferimento al piano operativo dell’operazione Triton dell’agenzia Frontex .
MINISTERO DELL’INTERNO. Il Ministro Salvini , sostiene che L’italia non puo’ sopportare da sola nei suoi porti tutte le operazioni finali di sbarco dei migranti soccorsi per cui chiede la rotazione dei porti di sbarco delle navi della missione Sophia, e che rappresenterà al vertice odierno a Innsbruck con i ministri dell’interno dell’UE. : “Valuteremo se continuare con Sophia,….infatti se dall’Europa arriverà l’ennesimo no dovremo valutare se continuare a spendere soldi per una missione che sulla carta è internazionale ma poi gli oneri ricadono solo su un Paese”.
MINISTERO DEGLI ESTERI: Il titolare della Farnesina Enzo Moavero Milanesi precisa che la competenza dell’argomento riguarda il suo dicastero, assicurando che l’Italia resterà fedele agli impegni presi su scala internazionale.
PORTAVOCE COMMISSIONE EUROPEA per la Migrazione Natasha Bertaud, , ha precisato che la questione sarà esaminata alla scadenza prevista a dicembre 2018 in quanto: «È imminente una revisione del mandato strategico , quindi sarà quella l’occasione per discutere le proposte italiane».
Purtroppo in questa volontà espressa dall’Ue si cela un vuoto pesante per L’Italia che anche con la coincidenza della stagione estiva si troverebbe da sola ad affrontare il fenomeno.
FENOMENO MIGRATORIO. Secondo gli ultimi dati resi noti a Ginevra dall’OIM, l’Agenzia delle Nazioni Unite per la migrazione, dal primo gennaio 2018 al 27 giugno scorso sono quasi mille i migranti e rifugiati morti nel Mediterraneo . Precisamente sono 972 uomini, donne e bambini hanno perso la vita mentre navigavano per per raggiungere l’Europa. 653 sono deceduti sulla rotta del Mediterraneo centrale tra l’Africa del nord e l’Italia. Un bilancio destinato a crescere con i recenti naufragi al largo della Libia. Il numero delle vittime nel 2018 è pari a meno della metà dei morti segnalati nello stesso periodo del 2017 con 2.172 morti. Rispetto all’anno scorso anche il numero di arrivi è in calo: un totale di 44.957 migranti e rifugiati sono giunti in Europa via mare, di cui circa il 38% in Italia con 16.566 arrivi ed il resto diviso tra Grecia con 13.157 e Spagna con 14.953. Un numero ridotto di arrivi è stato registrato anche a Cipro con 47 migranti e Malta con 234. Nello stesso periodo dell’anno scorso, il totale delle persone arrivate era di 94.986, mentre nel 2016 era di 230.230. Con la nuova azione del governo gli sbarchi sono in rapida diminuzione dopo il caso venuto alla ribalta del pattugliatore Diciotti.
ITALIA SOTTO ATTACCO. Un anno fa nel settembre del 2017 il Viminale aveva lanciato l’allarme perché le statistiche riportavano ben 241.723 reati a opera di stranieri, e il Ministro Minniti in più occasioni affermava che sicurezza e accoglienza camminano pari passo. In Italia la valanga migratoria ha portato disordine nelle città, violenze, ogni anno 1000 casi di stupri con una media di tre al giorno, potenziamento di mano d’opera delle file della criminalità organizzata, ingresso della mafia nigeriana, una ragazzina uccisa e tagliata a pezzi, accattonaggio, violenza sui cittadini non ultimo l’aggressione di un commissario di polizia a Catania.
AGGREDITO COMMISSARIO DI POLIZIA. A Catania si è verificato un pestaggio da parte di alcuni Ghanesi al commissario di polizia Nuccio Garozzo all’interno della sua abitazione per un tentato furto. Oggi alle ore 10,00 in Questura il Sindaco di Catania Salvo Pogliese insieme ai sottosegretari all’Interno Stefano Candiani e Nicola Molteni e all’assessore comunale alla sicurezza Fabio Cantarella, incontreranno il Questore di Catania e il commissario vittima dell’aggressione per manifestare concretamente la vicinanza delle istituzioni alle forze dell’ordine. La Squadra Mobile ha già arrestato DJIBRIL Mohamed, titolare di permesso di soggiorno per motivi umanitari rilasciato dal Questore di Catania lo scorso ottobre 2017, su segnalazione della Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Sicurezza e accoglienza. I rappresentanti di governo hanno assicurato al questore piu’ uomini e mezzi per Catania per assicurare la presenza dello Stato sul territorio.
Sui social con un post ricco di commenti solidali e di voglia di sicurezza nelle nostre città, Pietro Ivan Maravigna, avvocato, già ufficiale della Marina Militare nel Corpo delle Capitanerie e poi dirigente di Polizia scrive: “Questa foto è di un commissario di Polizia di Catania. Stanotte tre extracomunitari sono entrati a casa sua per rubare, ha tentato di difendersi e lo hanno ridotto in queste condizioni. Voglio dedicare questa foto a tutti quei benpensanti che hanno manifestato al porto di Catania in favore dei clandestini che pretendevano, a bordo della nave Diciotti, di sbarcare in Italia. E pure ad un fantasioso pubblico ministero siciliano…..”
Ma è grazie all’attività meticolosa della Procura di Agrigento che siamo anche stati messi in allarme dalle possibili infiltrazioni terroristiche all’interno del fenomeno migratorio, cosi da costringere il governo, il ministro dell’interno a prendere dei provvedimenti che però qualcuno non ha gradito! Tanti di questi migranti vagano per le città senza documenti identificativi, senza lavoro e senza dimora bivaccando qua e la e mettendo a rischio anche l’igiene pubblica. Noto è il caso di uno spacciatore immigrato assolto dal giudice perché privo di alcuna forma di sostentamento.
E’ cosi che l’azione del Ministro dell’interno Salvini, davanti a un quadro che compromette la sicurezza pubblica del nostro paese e in numerose città, si rivolge all’Unione europea per intervenire immediatamente nella redistribuzione dei migranti in forze del principio di solidarietà. L’Europa su questo tema non risponde e cosi la vicenda catanese del pattugliatore Diciotti prende tempo e si conclude con l’intervento della Chiesa Cattolica e di paesi extra CE, Irlanda e Albania per la distribuzione dei migranti. Arriva pure la Procura di Agrigento che indaga il Ministro dell’Interno il suo capo di gabinetto suscitando reazioni e soprese nell’opinione pubblica che nel mondo politico sia a favore che contro.
IL CASO BELLACHIOMA. Arrivaa la difesa di Salvini da parte del presidente della Commissione bilancio il deputato Giuseppe Bellachioma con un intervento eclatante: “Non toccate il capitano o vi veniamo a prendere sotto casa” “dichiarazioni che suscitano le reazioni immediate dell’Associazione nazionale dei magistrati: “Si tratta di un’azione di inaudita gravità che rappresenta un inaccettabile tentativo di interferire nella attività dei magistrati impegnati nella delicata vicenda. È un fatto senza precedenti, tenuto conto della provenienza da un parlamentare, da chi dovrebbe rispettare l’attività che svolgono tutte le Istituzioni, tra esse la magistratura. L’ANM respinge ogni tentativo di interferenza e di intimidazione, assicurando che tutti i magistrati svolgono e continueranno a svolgere i propri compiti rispondendo esclusivamente alla legge, per cui ogni tentativo di condizionamento sarà vano”.
Dopo le pronte scuse di Bellachioma resta da chiedersi se il silenzio dell’Unione Europea non sia stata la causa, l’omissione che abbia generato la decisone di bloccare i migranti (da identificare) in attesa di una risposta che si appella al rispetto del principio di solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione e del rispetto dei trattati. Una volta che il governo italiano trasforma il ventre molle dell’UE in uno zoccolo duro allora ecco che l’azione politica viene messa in discussione da chi invece non riesce a mantenere un ruolo pubblico volto alla risoluzione del problema migratorio che ci sta affliggendo. Nessuno punta l’indice sulle omissioni dell’UE? Pensando a Bellachioma con la sua dichiarazione viene da chiedersi se la sua reazione non sia collegata a emozioni di risentimento impulsive per come l’azione di Governo condotta con determinazione anche dal vice premier Salvini nella sue veste di Ministro dell’Interno stia subendo intralci pesanti a diversi livelli, protesi a compromettere gli obiettivi politici legittimati dal popolo italiano e dalla legge, stabiliti nel contratto di governo e che riguardano la sicurezza degli italiani e la difesa dei confini dell’UE.
DENUNCIATO IL PROCURATORE DI AGRIGENTO. Intanto a sorpresa l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, segretario del Movimento Nazionale per la Sovranità ha denunciato Luigi Patronaggio, il procuratore di Agrigento che ha messo sotto indagine il ministro dell’Interno Matteo Salvini per il caso dei migranti trattenuti sulla nave Diciotti, contestando Il reato di “attentato contro i diritti politici del cittadino”, disciplinato dall’articolo 294 del Codice Penale, e di “minaccia a corpo politico” ai sensi dell’art.338.
Tutti i cittadini qualunque ruolo ricoprano devono rendere conto delle loro azioni, nessuno escluso essendo noto che la perfezione non è di questo mondo e riuscire a mantenere un ruolo coerente e super partes non è un requisito che la storia politica italiana può vantare tra le sue pagine. Ma adesso la voglia di voltare pagina sarà cosi forte che la storia stessa potrebbe essere riscritta in controtendenza.