CARABINIERI: APPUNTATO DEL NUCLEO SCORTE SI SPARA CON LA PISTOLA D’ORDINANZA. “IL GERME MALATO DEI SUICIDI NELL’ARMA”
Una questione ardua da affrontare, casi spinosi da risolvere. I suicidi nei comparti di Pubblica Sicurezza tendono inesorabilmente ad aumentare. Un’incredibile ondata di morti violente si è abbattuta sulla nostra penisola e a far scalpore, sulle pagine della cronaca nera, non sono comuni cittadini ma uomini della polizia, carabinieri e della Guardia di Finanza.
L’App. Sc. Q.S. Pietro CAVALCANTE, 52enne, effettivo al Nucleo Scorte e Tutele della Capitale, si è suicidato con un colpo con la pistola d’ordinanza. Il militare aveva con sé l’arma, ancora impugnata. Il graduato, separato, lascia una figlia 26enne.
Non sono stati trovati biglietti giustificativi del gesto nella stanza.
Negli ultimi mesi si sta consumando all’interno delle nostre caserme un germe malato che pare non avere cura, una piaga quella dei suicidi che sta investendo l’Arma dei Carabinieri in maniera importante. E’ il commento del delegato del Co.Ce.R. Carabinieri Giuseppe La Fortuna ad InfoDifesa.it. Le ragioni che stanno alla base dei suicidi sono varie e variegate, quasi tutte non sono spiegabili con naturale logica e molto spesso le cause non sono da ricercarsi solo nell’ambito lavorativo ma soprattutto in quel mix esplosivo che vede protagonisti non solo la vita in uniforme ma anche e soprattutto quella al di fuori della caserma. Chi davvero decide di farla finita ha delle ignorate al punto che l’avvicinarsi al grilletto della pistola di ordinanza può apparire l’unica e vera via di salvezza. Essere o sentirsi soli – continua La Fortuna – è il principale detonatore dei suicidi e molto dipende da noi, ma anche e sopratutto dalla vicinanza che la scala gerarchica riesce ad avere verso i nostri colleghi. Spesso – conclude La Fortuna – chi commette il gesto estremo, arriva a fare ciò proprio perché prima non ha trovato ascolto, perché non ha trovato quella “voce” che riesce ad andare oltre quel momento di disperazione e che riesce a far tornare sui propri passi.