Aeronautica Militare

“Difendere il cielo significa difendere la libertà”: il generale Conserva alla Camera (video audizione)

Un’audizione carica di strategia e politica

Alla Camera dei Deputati si è svolta l’audizione, trasmessa anche in diretta web, del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, generale Antonio Conserva, ascoltato ai sensi dell’articolo 143, comma 2 del regolamento. Al suo fianco il generale Giacomo Lacaita, capo dell’Ufficio generale del Capo di Stato Maggiore.

Con tono fermo, Conserva ha aperto l’intervento ricordando l’assunzione del proprio incarico il 16 maggio, definendolo «un onore che affronto con profondo senso di responsabilità». Ha tracciato un quadro nitido: lo scenario di sicurezza internazionale è instabile, fatto di conflitti regionali, terrorismo, cyberattacchi, missili ipersonici e sciami di droni in grado di saturare le difese. «La nostra Aeronautica», ha detto, «non è solo chiamata a difendere lo spazio aereo, ma a garantire deterrenza: due pilastri indispensabili per la stabilità e la prosperità dell’Italia».


Difesa aerospaziale e deterrenza

Il generale ha chiarito che oggi la difesa non può più essere solo “aerea” ma deve estendersi all’intero dominio aerospaziale: dall’atmosfera bassa fino ai satelliti. Un concetto che si lega al secondo pilastro: la deterrenza.

«La deterrenza non è soltanto questione di armamenti sofisticati», ha rimarcato Conserva, «è addestramento costante, integrazione interforze e capacità di operare con i partner della NATO e dell’Unione Europea. È un messaggio collettivo di unità a chiunque minacci la pace e la stabilità».


Cinque elementi vitali della forza aerea

Conserva ha snocciolato quelli che ha definito i “cinque elementi indispensabili” per un potere aerospaziale credibile:

  1. Sistemi d’arma moderni – come la partecipazione al programma GCAP per il caccia di sesta generazione con UK e Giappone.
  2. Scorte – munizioni, carburante, ricambi: «senza, anche la linea di volo più moderna diventa inutile».
  3. Personale – piloti, tecnici, analisti, radaristi: «il cuore pulsante» oggi in calo e da rafforzare anche con riservisti.
  4. Aeroporti militari – definiti «organismi viventi», senza i quali «non può esserci deterrenza credibile».
  5. Gestione e controllo dello spazio aereo – reti radar, satelliti, sistema C4ISR: «trasformare i dati in azione e l’azione in superiorità».

Dodici priorità da realizzare presto

Il generale ha elencato 12 priorità strategiche, definendole «non desideri, ma un piano d’azione integrato». Tra le più significative:

  • Difesa antimissile e antidrone nazionale, come complemento allo scudo USA.
  • Sistemi di comando e controllo avanzati con algoritmi e intelligenza artificiale.
  • Radar e satelliti modernizzati per la consapevolezza situazionale.
  • Assetti a pilotaggio remoto a lungo raggio, cruciali nel Mediterraneo allargato.
  • Rifornimento in volo e trasporto strategico, «perché anche un aereo da trasporto crea deterrenza».
  • Nuove flotte multimissione per sorveglianza, guerra elettronica e protezione contro attacchi cyber.
  • Ammodernamento delle basi aeree e logistica all’altezza.
  • Benessere del personale, con una misura chiave: l’indennità alloggio parametrata al costo degli affitti.
  • Razionalizzazione dello Stato Maggiore, per «eliminare duplicazioni, snellire i processi, aumentare l’efficacia».

Su questo punto Conserva è stato netto: «Destinare risorse alla difesa non è un costo, è una polizza di assicurazione per la nazione».


Le domande dei deputati

Dopo la relazione, diversi parlamentari hanno incalzato il capo di Stato Maggiore.

  • Onorevole Chiesa: «Che cosa cambierà con la riforma delle forze speciali per il 17º Stormo Incursori?»
    • Conserva: «L’unificazione porterà più sinergia senza disperdere identità. È un passo avanti, non una perdita».
  • Onorevole Comba, pilota civile appassionato di volo, ha sollevato due questioni: «Si è avviata davvero la sostituzione della nostra flotta con macchine come l’F-35? E come fronteggiamo la carenza di circa 10.000 unità di personale?»
    • Conserva: «Siamo in fase di transizione. Abbiamo fermato l’AMX e il 339 Alfa, altri resteranno in addestramento fino al 2030. Puntiamo a non scendere sotto i 200 velivoli da combattimento. Sul personale, i numeri sono insufficienti, ma stiamo operando per riequilibrare».
  • Onorevole Graziano ha posto l’accento sul benessere degli uomini e delle donne in uniforme: «A che punto siamo sul reclutamento e sulla formazione cyber per gli ufficiali? E sugli alloggi, meglio costruirli o garantire un’indennità?»
    • Conserva: «Un’indennità alloggio ha effetto immediato e diffuso. Per il personale cyber servono percorsi rapidi di professionalizzazione e stabilizzazione: chi dimostra di essere valido deve avere certezze fin dal primo anno».
  • Onorevole Bagnasco ha domandato: «Si può ottimizzare di più la nostra spesa senza necessariamente aumentarla?»
    • Conserva ha risposto diretto: «Efficientamento sì, ma non basta. Senza più risorse si rischia l’irrilevanza internazionale. In Europa conta quanto investi: senza portafoglio si resta fuori dai tavoli che contano».
  • Onorevole Malaguti ha chiesto: «Sui droni e sugli sciami, siamo aggiornati o in ritardo?»
    • Conserva: «Oggi li intercettiamo con sistemi costosi. Lavoriamo su soluzioni a basso costo, come droni difensivi e sensori multi-spettrali. Con le risorse giuste, in tre anni potremo decuplicare la capacità di difesa».
  • Onorevole Pellegrini: «Quali saranno i tempi di approntamento dei sistemi anti-drone?»
    • Conserva: «La tecnologia c’è già. Lavoriamo su sensori e intelligenza artificiale per reti difensive autonome. Non è una prospettiva lontana, ma di breve-medio termine».

Difesa, spesa e ruolo internazionale

Altro nodo centrale: la distribuzione delle spese tra personale, esercizio e investimenti. Alcuni deputati hanno giudicato squilibrata la situazione odierna (50% al personale, 10% all’esercizio, 40% agli investimenti).

Il generale ha chiarito: «Non è la spesa per il personale a essere eccessiva, è il bilancio complessivo della difesa a essere insufficiente. Se il budget crescerà, la quota del personale calerà naturalmente intorno a un terzo, come valore ottimale».

Sullo sfondo, il paragone con altri Paesi: Francia, Germania e Regno Unito investono molto di più, sia in sistemi sia in scorte. «Se non mettiamo più risorse rischiamo di essere marginalizzati. Non possiamo sederci ai tavoli europei senza portare contributi concreti», ha ammonito.


Partnership e prospettiva

Conserva ha sottolineato l’importanza della sinergia con l’industria nazionale, università e centri di ricerca. Ha citato come modello virtuoso l’International Flight Training School in Sardegna, che addestra piloti militari da tutto il mondo: «Un esempio di eccellenza italiana nel settore aerospaziale, replicabile in altri ambiti».


“La sicurezza è un bene comune”

Il messaggio finale è stato inequivocabile:
«Oggi spendere di più in difesa non significa obbedire a pressioni esterne, ma affrontare una necessità strategica. Senza difesa non c’è sicurezza, senza sicurezza non c’è libertà, e senza libertà non ci può essere né benessere né prosperità».

La voce del generale Conserva ha risuonato chiara tra i banchi: il futuro della sicurezza del Paese dipenderà dalla capacità di agire come sistema, con visione, coraggio politico e investimenti concreti.


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