Tor Bella Monaca, giustizia al contrario: feriti i carabinieri, scarcerati i delinquenti. “Così i criminali ridono dello Stato”
L’aggressione ai carabinieri
A Tor Bella Monaca, quartiere da sempre al centro delle cronache per degrado e spaccio, si è consumato l’ennesimo episodio che riaccende il dibattito sulla sicurezza e sulla tutela delle forze dell’ordine. Quattro militari della stazione locale sono stati aggrediti durante un’operazione di servizio, conclusasi con il sequestro di droga, denaro e l’arresto di alcuni spacciatori.
Il bilancio è pesante: due carabinieri hanno riportato lesioni con dieci giorni di prognosi, segno tangibile della violenza con cui i militari vengono spesso contrastati sul territorio.
La scarcerazione lampo: “Dopo il danno, la beffa”
Nonostante gli arresti, il giorno successivo la sorpresa amara: i fermati sono stati scarcerati per direttissima. Tradotti in Tribunale il sabato mattina, sono tornati liberi poche ore dopo.
Un esito che, secondo il segretario nazionale di USMIA, Giuseppe La Fortuna, rappresenta “l’ennesima beffa dopo il danno”, alimentando il senso di impotenza nelle forze dell’ordine e il messaggio devastante che la criminalità può agire impunita.
L’appello ai ministri Piantedosi e Crosetto
Attraverso una nota stampa, La Fortuna ha indirizzato parole dure ai titolari del Viminale e della Difesa:
“È inaccettabile che lo Stato si pieghi in una condizione di sottomissione, con leggi che sembrano tutelare più i delinquenti che i cittadini onesti. Ministri, il vostro compito è far rispettare le regole: decidete se dare davvero strumenti alle forze dell’ordine o se ridurle a guardiani disarmati con un fischietto in mano per ammonire i criminali.”
Il grido d’allarme: “Troppo lassismo”
La Fortuna non usa mezzi termini: “Qualcuno si lamenta per norme troppo restrittive, io mi lamento per troppo lassismo e permissivismo”.
Una denuncia che mette a nudo il cortocircuito tra chi rischia ogni giorno in strada e chi, nelle aule giudiziarie, spesso ridimensiona l’impatto di reati che destabilizzano interi quartieri.
La domanda che resta sospesa è amara e diretta: “Quanto vale la pena rischiare per difendere il senso di giustizia se poi la giustizia non c’è?”
“Giustizia al contrario: La Fortuna accusa, ‘Chi aggredisce torna libero, chi serve lo Stato resta ferito
E La Fortuna rincara: “Ogni volta che un militare viene aggredito e chi lo ha colpito torna libero poche ore dopo, non è solo la divisa a essere offesa: è lo Stato stesso a perdere credibilità. Se questa è la giustizia, allora chi garantisce la sicurezza rischia di diventare l’unico vero bersaglio, mentre chi delinque ride in faccia alle istituzioni. Noi non chiediamo privilegi, chiediamo rispetto e coerenza: senza queste basi, la legalità resta solo una parola vuota.”
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