Polizia

Chi era Sandra Manfrè: il suicidio del vice questore che ha scosso Brindisi e la Polizia

Un colpo improvviso nell’ufficio della Questura

Sandra Manfrè, 42 anni, vice questore aggiunto della Polizia di Stato, si è tolta la vita ieri mattina, lunedì 4 agosto 2025, all’interno del proprio ufficio nella Questura di Brindisi. A premere il grilletto è stata lei stessa, utilizzando la pistola d’ordinanza.

Tutto è avvenuto in pochi, drammatici istanti intorno alle 9 del mattino, mentre all’interno del palazzo della Polizia si svolgeva, come ogni giorno, la normale attività operativa. A lanciare l’allarme sono stati i colleghi, ma all’arrivo dell’ambulanza del 118, ogni tentativo di rianimazione è risultato inutile.


Un incarico di prestigio, un dolore invisibile

Manfrè non era solo una poliziotta: era una dirigente, una delle figure apicali della Questura brindisina. Ricopriva il ruolo di vice dirigente della squadra mobile, dove era rientrata da poche settimane di ferie.

Nessun segnale, secondo quanto riferito dai colleghi, lasciava immaginare una tale tragedia. Ma in silenzio, la donna combatteva un dolore più profondo. Qualche mese fa aveva perso il padre, al quale era molto legata, e da tempo – come riportano alcune fonti – sembrava attraversare un periodo personale delicato.


Un volto rispettato tra Calabria e Puglia

Originaria delle Isole Eolie, Sandra Manfrè si era trasferita a Mesagne, in provincia di Brindisi, dove viveva con il marito – anche lui poliziotto in servizio presso il commissariato locale – e con la loro bambina di tre anni.

Prima dell’incarico brindisino, Manfrè aveva lavorato come funzionaria della squadra mobile di Reggio Calabria, dove aveva diretto indagini di rilievo, come quella sull’omicidio Ielo. Lì, tra colleghi e magistrati, aveva lasciato un ricordo indelebile: quello di una professionista garbata, precisa e totalmente dedita al suo lavoro.

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Dolore e sgomento: Brindisi si stringe alla famiglia

A pochi minuti dal dramma, sul posto è giunto anche il procuratore facente funzioni Antonio Negro, a conferma della gravità e delicatezza dell’evento. I colleghi sono sconvolti, come l’intera cittadinanza del capoluogo adriatico, che in queste ore si stringe attorno alla famiglia.

La salma sarà restituita ai familiari nelle prossime ore, dopo gli accertamenti di rito. Nel frattempo, si rinnova una domanda che troppe volte resta senza risposta: chi ascolta, chi protegge, chi si prende cura di chi veste una divisa?


Il peso silenzioso del dovere

Il gesto estremo di Sandra Manfrè riaccende un tema che le istituzioni, spesso, affrontano solo dopo la tragedia: il disagio psicologico tra gli operatori delle forze dell’ordine. Non bastano divise, ruoli o incarichi dirigenziali a proteggere dalle ferite dell’anima.

Dietro ogni funzione c’è una persona. E dietro ogni persona, una storia. Quella di Sandra Manfrè si è spezzata tragicamente, lasciando un vuoto che né le medaglie né le onorificenze potranno mai colmare.


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