Maresciallo arrestato per spaccio: rubava droga dalla caserma per debiti di gioco e per amante
Un luogotenente dei carabinieri, in servizio presso la caserma di Caprino Veronese, è stato arrestato a Pescantina, in provincia di Verona, mentre cedeva quasi due chilogrammi di cocaina a un 40enne di origini marocchine. L’operazione, condotta dai colleghi del militare, ha svelato una vicenda che sta facendo molto discutere.
La confessione e le motivazioni
Durante l’udienza di convalida, il carabiniere ha ammesso di aver sottratto la droga dalla cassaforte della caserma, dichiarando di aver accumulato un debito di 15.000 euro per il vizio del gioco e una relazione extraconiugale. “Avevo sottratto del denaro al bilancio familiare creando un buco di 15mila euro. Avevo venduto la cocaina per poter rientrare senza dire niente a mia moglie”. La droga sequestrata avrebbe dovuto essere distrutta il lunedì successivo, ma nel weekend, al momento del controllo, al posto della sostanza sono stati trovati due pacchi di gesso.
L’operazione e l’arresto
L’incontro tra il luogotenente e l’uomo che avrebbe dovuto acquistare la cocaina era monitorato dalle forze dell’ordine. I due erano già stati osservati in passato in quello stesso parcheggio. Sabato scorso, alle 19.05, le telecamere di sorveglianza hanno ripreso il carabiniere mentre prelevava una busta della spesa dal bagagliaio della sua auto e la lasciava sul sedile passeggero della Panda del 40enne. L’intervento immediato dei carabinieri ha portato al sequestro della droga e all’arresto in flagranza di reato del presunto acquirente.
Poco dopo, il luogotenente è stato contattato con un pretesto per presentarsi in caserma. Quando i colleghi hanno aperto la cassaforte, hanno trovato il gesso al posto della cocaina e il militare ha ammesso le proprie responsabilità: “Ho sbagliato”.
La convalida dell’arresto
Il giudice per le indagini preliminari Paola Vacca ha convalidato l’arresto sia per il 58enne che per il 40enne, disponendo la custodia cautelare in carcere. Nelle motivazioni, il giudice ha sottolineato i dubbi sulla versione fornita dal carabiniere, evidenziando come sia difficile credere che abbia “preferito rischiare la propria carriera e la propria libertà” per evitare che la moglie scoprisse il debito.
Dopo l’udienza di convalida, la moglie e la figlia hanno aspettato il luogotenente nel cortile del tribunale. Non lo vedevano da sabato e lo hanno voluto incontrare qualche minuto per salutarlo prima che venisse riportato a Montorio.
Le perquisizioni e i sospetti
Nel corso della perquisizione dell’abitazione del luogotenente, i militari hanno trovato due scatole di gesso, guanti in lattice, ritagli di cellophane con residui di droga, una macchina per il sottovuoto e sacchetti trasparenti simili a quelli utilizzati per confezionare la cocaina. Inoltre, in cucina è stata rinvenuta una bilancia digitale con una portata fino a 5 chilogrammi. Questi elementi fanno sospettare agli inquirenti che la vendita di sabato non fosse un caso isolato.
Le indagini proseguono
Le indagini, coordinate dai sostituti procuratori Stefano Aresu e Alberto Sergi, continuano per accertare l’eventuale coinvolgimento di altre persone e verificare se il luogotenente fosse coinvolto in un traffico più ampio.
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