Sindacati Militari

Sovrintendenti dei Carabinieri bloccati al Nord: famiglie separate e vite sospese

Il grido d’allarme del sindacato: centinaia di carabinieri bloccati al Nord

Una situazione sempre più insostenibile quella denunciata dal Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC), che porta alla luce il dramma silenzioso di centinaia di sovrintendenti dell’Arma costretti a vivere lontano dalle proprie famiglie. Il fenomeno, che colpisce particolarmente i trasferimenti verso il Sud Italia, sta mettendo a dura prova la stabilità familiare di molti militari.

Famiglie divise e bilanci in sofferenza

“Ogni giorno, tra mille difficoltà, c’è chi decide di portare avanti una famiglia, un ruolo e un servizio, onorando la divisa che indossa”, sottolinea il sindacato nel suo comunicato. La situazione è particolarmente critica per le famiglie monoreddito, che si trovano a fronteggiare il peso di due case: una dove il militare presta servizio e l’altra dove risiede la famiglia. Un doppio canone di affitto che, in tempi di inflazione e caro vita, rappresenta un salasso economico difficilmente sostenibile.

Il paradosso della mobilità a due velocità

Emerge un quadro preoccupante dove, mentre altri ruoli godono di maggiore flessibilità nei trasferimenti, i sovrintendenti sembrano essere intrappolati in una sorta di limbo amministrativo. “Fa specie e provoca rammarico sentire che ci sono colleghi umiliati dall’impossibilità di movimento per la sola categoria sovrintendenti”, denuncia il NSC, evidenziando una disparità di trattamento che necessita di immediate correzioni.

Le soluzioni proposte: riorganizzazione e fase transitoria

Il sindacato non si limita alla denuncia ma avanza proposte concrete. Tra queste, l’apertura di una fase transitoria che consideri l’organico nel suo complesso e non per singoli ruoli, accompagnata da un necessario incremento delle piante organiche nel ruolo brigadieri. Una riorganizzazione strutturale che potrebbe offrire nuove opportunità di movimento per il personale bloccato.

L’appello al vertice dell’Arma

Con un’urgenza che traspare da ogni parola del comunicato, il NSC si rivolge direttamente al Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, chiedendo un suo personale interessamento alla questione. L’obiettivo è trovare una soluzione rapida che possa ricongiungere le famiglie separate e ridare dignità a quei militari che, pur servendo lo Stato con dedizione, si trovano a vivere una condizione di profondo disagio personale e familiare.

L’attesa di risposte

Mentre gli uffici competenti sono chiamati a esaminare con urgenza la situazione, centinaia di famiglie attendono risposte concrete. Il tempo stringe e, come sottolinea il sindacato, la questione non riguarda solo l’aspetto professionale ma tocca il cuore stesso dell’istituzione: il benessere dei suoi uomini e delle loro famiglie, che rappresentano il vero pilastro su cui si fonda il servizio all’intera comunità.

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