Polizia

Insulta 3 poliziotti: “Servi di me***, andate a Gaza a guadagnarvi lo stipendio”. 3 mila euro, una lettera di scuse e il caso è chiuso

“Servi di m…, andate a Gaza a guadagnarvi lo stipendio!”. Non è l’inizio di un film, ma la cronaca di un normale controllo in piazza Moro a Bari. Protagonista uno studente universitario ventenne che, fermato mentre inveiva contro due donne, ha pensato bene di trasformare un intervento di routine in un festival dell’insulto.

LO SHOW DELLE OFFESE

“Pensate di essere onnipotenti perché avete il posto fisso, siete ignoranti!”, ha urlato contro gli agenti della Polfer. E non contento: “Vi do questi spiccioli come mancia, morti di fame!”. Un repertorio di insulti gratuiti da parte del giovane di buona famiglia, apparentemente convinto che tutto gli fosse permesso.

LA GIUSTIZIA DEL PORTAFOGLIO

Il finale? Una stretta di mano, tremila euro di risarcimento e una letterina di scuse. Tanto è bastato al giudice per chiudere il caso dello scorso 9 aprile. L’articolo 341 bis lo permette: risarcisci, ti scusi e il reato si estingue. Come se gli insulti si potessero cancellare con un bonifico.

QUANDO IL RISPETTO HA UN PREZZO

Una storia che fa riflettere: può un assegno riparare offese che colpiscono non solo tre agenti, ma l’intero corpo di polizia? Soprattutto, quale messaggio arriva alla società? Che l’oltraggio a pubblico ufficiale è solo una questione di portafoglio, e chi può permetterselo resta impunito.

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