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“In casa 22mila euro, il marito carabiniere non riusciva a controllarla”: i segreti di Lady tangente

Respinta la richiesta di domiciliari per la dirigente accusata di corruzione. Il Tribunale: “Personalità contorta e avidità compulsiva”

COMPORTAMENTO SPREGIUDICATO

Il Tribunale del Riesame di Bari ha respinto la richiesta di arresti domiciliari per Concetta Sciannimanico, funzionaria ASL coinvolta nel presunto sistema di tangenti per l’assegnazione di appalti. I giudici evidenziano una “particolare spregiudicatezza” della funzionaria, che operava in accordo con i colleghi Nicola Sansolini e Nicola Iacobellis, affidando lavori di ristrutturazione della propria villetta a imprenditori coinvolti in procedure amministrative da lei gestite, senza corrispondere alcun pagamento.

PROFILO PSICOLOGICO PREOCCUPANTE

Secondo il tribunale, la Sciannimanico mostra una “personalità contorta” caratterizzata da “avidità” e un “desiderio compulsivo” di ottenere tangenti nel minor tempo possibile. Questi tratti vengono considerati indicativi di un elevato rischio di reiterazione dei reati.

MISURE CAUTELARI E GARANZIE INSUFFICIENTI

Mentre i colleghi coinvolti hanno ottenuto misure alternative dopo gli interrogatori, la Sciannimanico, che non ha mai rilasciato dichiarazioni, rimane detenuta nel carcere di Taranto. La semplice sospensione dal servizio disposta dall’ASL non è stata ritenuta sufficiente, essendo “suscettibile di annullamento o revoca”.

IL MARITO COMANDANTE A SANTO SPIRITO

Né, sempre per il Riesame, è sufficiente la circostanza che i domiciliari sarebbero da scontare in un appartamento della stazione dei carabinieri di Santo Spirito – di cui il marito è comandante – in cui non c’è linea telefonica. «Il ritrovamento di denaro contante nella cassaforte in camera da letto – si legge nel provvedimento – consente di nutrire ragionevoli dubbi sulla capacità del coniuge di esercitare un’adeguata attività di controllo sull’operato della moglie. Invero nessun sospetto ha mai sortito nell’uomo neanche la presenza e l’utilizzo di beni di lusso da parte della moglie (il cui valore è evidentemente ben al di sopra delle possibilità finanziarie della Sciannimanico)».

Solo il carcere, quindi, permetterebbe “di recidere gli innumerevoli contatti intrattenuti dalla Sciannimanico sia con i correi”, mentre ai domiciliari potrebbe procurarsi “clandestinamente utenze telefoniche” avvalersi “di complici compiacenti per veicolare comunicazioni a correi ad eltri soggetti collusi, al fine di reiterare i reati ed inquinare le prove”. 

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