Centri migranti in Albania, “polizia italiana pagata per fare turismo”
Centri migranti Albania, operazione congelata
L’operazione Albania è attualmente ferma. I due centri di Shengjin e Gjader sono stati occupati solo per un paio di giorni da una decina di richiedenti asilo, portati subito in Italia in seguito alla pronuncia dei giudici. Ora si attendono i verdetti della Cassazione e della Corte di giustizia europea sul caso prima di procedere a nuovi trasferimenti, come ha confermato venerdì il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Aspettiamo di vedere. Questo – ha spiegato – è un periodo in cui non c’è necessità impellente di attivazione del Centro. Gli sbarchi sono molto ridotti. Vediamo quale sarà l’evoluzione e poi prenderemo una decisione”.
Presidio e situazione operativa
Intanto, però, le due strutture allestite dopo mesi di duro lavoro vanno vigilate anche se vuote, per evitare danneggiamenti e vandalizzazioni. Ci sono quindi un centinaio di forze dell’ordine (a regime dovrebbero diventare 300) a presidiarle h24, con turni da 15 giorni per ognuno.
L’inchiesta giornalistica
A Shengjin, sulla costa, alloggiano all’hotel Rafaelo, 5 stelle con piscina e spa. Inviate della trasmissione albanese Piranjat Tv, fingendosi turiste e riprendendo di nascosto le interazioni, hanno approcciato alcuni degli agenti italiani. “Siamo venuti per lavoro – si sente dire – ma quando non lavoriamo facciamo i turisti, ci pagano per fare i turisti. Ieri siamo stati a Durazzo,bellissima, a Scuteri due giorni fa, domani voglio andare a visitare Tirana. Paga il governo italiano è tutto gratis”.
C’è anche uno degli italiani ripresi che chiede il numero di telefono alla sua interlocutrice.
Dura la reazione dell’opposizione
“Perché – domanda il leader di Iv, Matteo Renzi – dobbiamo buttare via così i soldi degli italiani? Perché lasciare le forze dell’ordine in vacanza in Albania quando avremmo bisogno di personale nelle nostre periferie e nelle nostre stazioni? Ma davvero chi ha votato Giorgia Meloni può accettare in silenzio uno scandalo del genere?”. Ironizza il segretario di Più Europa, Riccardo Magi: “Dopo le vacanze di Natale, il governo Meloni ci ha regalato ‘vacanze in Albania’. Non è un brutto cinepanettone che gli italiani troveranno nelle sale, ma un vero e proprio pacco per gli italiani, che stanno pagando oltre un miliardo di euro per questo flop annunciato”. Per Alfonso Colucci (M5s) “non è certo colpa degli agenti, mortificati da un governo che li ha mandati a far nulla: la colpa è della Meloni e del suo fallimentare e inutile progetto propagandistico rivelatosi, come dicono i poliziotti nel servizio della tv albanese, uno spreco di denaro degli italiani. Italiani a cui Meloni dovrebbe chiedere scusa”. “Il video che gira in queste ore in tutto il mondo – rileva Filiberto Zaratti (Avs) – rende ridicolo il nostro Paese e la responsabilità è di Giorgia Meloni e del suo Governo”.
Il silenzio (imbarazzato) del centrodestra
Sul morale della maggioranza, salito dopo la conversione in legge del decreto flussi, il filmato ha un effetto deprimente. Con lo scontro con la magistratura sempre latente (per via delle mancate convalide dei trattenimenti di migranti), la presidente del Consiglio preferisce non entrare nella polemica. Per ore, le agenzie di stampa non battono alcun commento di membri dell’esecutivo. A livello mediatico, lo “scivolone” è evidente e la cautela comunicativa può servire a contenere il danno. Sul piano strategico, per ora il governo non intende fare retromarcia sui centri. «Il procedimento in Cassazione è iniziato, aspettiamo», aveva detto nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, osservando che in questo periodo «non c’è necessità impellente d’attivazione» dei due centri perché «gli sbarchi sono molto ridotti». E a sera, il capogruppo di Forza Italia in Senato Maurizio Gasparri, senza menzionare il video, assicura che «faremo funzionare la scelta dell’Albania, nonostante i giudici di sinistra che contrastano il governo con un uso politico della giustizia. Non li faremo prevalere».
Il conto salato dei trasbordi
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