50 notifiche di sfratto a vuoto ad Assemini: Maresciallo dei Carabinieri indagato per corruzione
Assemini – Un’inchiesta della Procura di Cagliari ha portato alla luce un presunto caso di corruzione che vede coinvolto l’ex comandante della stazione dei Carabinieri di Assemini, ora trasferito a Dolianova. Secondo le accuse, l’ex comandante avrebbe ricevuto regali da un commerciante locale, Gennaro Infante, in cambio di favori riguardanti la mancata consegna di notifiche di sfratto.
Mancate notifiche di sfratto e intervento della Procura
Le indagini, iniziate nel 2021, hanno evidenziato come per ben 50 volte i carabinieri non siano riusciti a recapitare a Infante i provvedimenti di sfratto dalla sua abitazione, passata all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati. Tuttavia, una volta che la Procura è stata informata della situazione, il provvedimento sarebbe stato consegnato in pochi giorni.
Presunti regali al centro delle accuse
Al centro dell’inchiesta ci sarebbero dei presunti regali, del valore di circa 2.000 euro, che Infante avrebbe fatto all’ex comandante, oltre ad altri doni di minor valore come lenzuola, tovaglie e federe. Un’intercettazione in cui l’ex comandante parlerebbe di questi regali con una terza persona sarebbe l’elemento chiave dell’accusa.
La posizione dell’ex comandante e la tesi della difesa
L’ex comandante, interrogato al termine delle indagini, ha respinto ogni contestazione. La difesa sostiene che il maresciallo avesse comunque dato l’ordine di notificare gli atti e che il mancato recapito non sarebbe riconducibile alla sua volontà.
Nell’ambito della stessa inchiesta, altri due carabinieri all’epoca in servizio ad Assemini risultano indagati per favoreggiamento, falso e omissione di atti d’ufficio. Si ipotizza che abbiano redatto documenti falsi per aiutare il loro comandante.
Concluse le indagini preliminari, il sostituto procuratore Emanuele Secci ha notificato gli avvisi di conclusione, dando la possibilità alle difese di accedere al fascicolo e presentare memorie, documenti o richiedere interrogatori. La Procura valuterà poi se chiedere il rinvio a giudizio e fissare l’udienza preliminare. Le difese si dicono convinte dell’innocenza dei tre carabinieri e del commerciante, preparandosi a dare battaglia nelle prossime fasi del procedimento.
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