Vigili del fuoco contro Carabinieri. L’Usb dei pompieri denuncia l’Arma per danno erariale. “Ha acquistato 16 imbarcazioni violando le norme”
Ma non bisognava razionalizzare le forze di polizia, evitando duplicazioni e/o sovrapposizioni? Non si dovevano risparmiare risorse, uomini e mezzi? A quattro anni dalla riforma firmata dall’ex ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che ha soppresso il Corpo forestale e rivisto le competenze di Carabinieri, Polizia e Guardia di finanza, dietro le quinte siamo alla guerra: il sindacato di base dei Vigili del fuoco ha addirittura denunciato la Benemerita per danno erariale e, sostanzialmente, plateale inosservanza della legge.
SILURO IN ALTO MARE. Oggetto del contendere: il decreto N. 677 R.U.A. del VI Reparto dello Stato Maggiore-Ufficio Approvvigionamenti, con cui il 5 luglio 2019 il Comandante generale dei Carabinieri, Giovanni Nistri (nella foto), “ha disposto l’aggiudicazione alla Ferretti S.p.A di Milano per la fornitura di n. 16 motovedette d’altura classe N800”. Importo del contratto: 15 milioni 936 mila euro. Obiettivo: “Il rinnovo della flotta navale in dotazione ai principali 16 siti navali dell’Arma”. Cosa c’è di male? C’è la riforma Madia, per l’appunto. Ossia la “razionalizzazione delle funzioni di polizia” in base a cui la sicurezza del mare, compresa la sorveglianza delle acque marine confinanti con le aree naturali protette, è diventata di competenza esclusiva della Guardia di Finanza. Non solo.
Per evitare costose duplicazioni, il decreto legislativo disponeva che, dopo lo scioglimento della Forestale e il passaggio dei suoi mezzi navali alle Fiamme Gialle, venissero anche “soppresse le squadre nautiche della Polizia di Stato e i siti navali dell’Arma dei carabinieri” nonché “i siti navali del Corpo di polizia penitenziaria, ad eccezione di quelli dislocati a Venezia e Livorno”, trasferendo “al Corpo della Guardia di finanza i mezzi interessati dalle soppressioni”. Come le motovedette, guarda caso: e solo i Carabinieri ne avevano 162. A loro, e alla Polizia di Stato, venivano lasciate unicamente le moto d’acqua per la vigilanza dei litorali e le unità navali impiegate nella laguna di Venezia, su laghi e fiumi e nelle isole minori.
La Polizia ha obbedito al diktat-Madia proprio nelle ultime settimane: il 6 dicembre Franco Gabrielli ha firmato il decreto che ha definitivamente liquidato tutte le squadre nautiche e spostato il personale ad altri uffici. Tra grandi proteste dei sindacati, che già a ottobre avevano denunciato come i cugini-rivali, invece di sopprimere i propri siti navali, stessero addirittura, secondo la sigla autonoma Sap, “implementando il settore con il recente acquisto di 16 imbarcazioni d’altura”.
SPENDING DI PIU’. Il 28 dicembre è stato il turno dell’Usb dei Vigili del fuoco, dove sono finiti molti appartenenti al Corpo forestale disciolto. Che hanno imbracciato il bazooka, segnalando alla Corte dei Conti come lo shopping della Difesa non appaia “in linea con i principi di spending review e buona gestione” delle risorse pubbliche a cui si era ispirata la Madia, e chiedendo di “svolgere tutte le opportune indagini” per scoprire i responsabili dell’eventuale danno erariale. Silenzio, finora, da parte della Guardia di Finanza e del suo comandante Giuseppe Zafarana. Ma la battaglia (navale) è solo agli inizi.
La precisazione dell’Arma dei Carabinieri
Si precisa che l’articolo 4 del decreto attuativo della Legge Madia, n. 177 del 19 agosto 2016, stabilisce l’impiego delle unità navali dell’Arma dei Carabinieri nella Laguna di Venezia, nelle acque interne e presso le isole minori. Per ottemperare al dettato normativo, l’Arma ha soppresso 21 componenti navali. I natanti rimasti operativi svolgono soltanto i compiti sopra indicati e sono di ausilio alle attività di tutela ambientale e di protezione civile, previsti dalla stessa legge Madia, nonché forniscono il necessario supporto ai Nuclei Subacquei. L’approvvigionamento delle 16 nuove imbarcazioni, cui fa riferimento l’articolo, è finalizzato esclusivamente a rinnovare, secondo un programma quinquennale, gli attuali natanti, entrati in funzione nei primi anni ’90 e ormai ai limiti della loro efficienza. La relativa gara è stata peraltro sottoposta al vaglio preventivo di legittimità dell’Ufficio Centrale di Bilancio presso il Ministero della Difesa e della Corte dei Conti. Questi nuovi mezzi, in linea con gli standard europei sulle emissioni inquinanti, saranno impegnati nella laguna di Venezia, per le esigenze di pronto intervento, nonché per fornire il supporto al Comando Carabinieri Tutela Ambientale, quale piattaforma ecologica, e per il collegamento con le isole minori, dove operano Stazioni Carabinieri, quali unici presidi di polizia, assicurando, ad esempio, il trasferimento degli arrestati, lo svolgimento di accertamenti urgenti ed irripetibili di p.g. e l’intervento rapido e immediato a rinforzo del personale ivi impiegato. La scelta di approvvigionare delle motovedette di altura classe N800 è stata dettata infatti dalla necessità di disporre di natanti in grado di garantire livelli di robustezza e tenuta del mare che consentano di operare anche in condizioni particolarmente avverse, proprio per garantire – in ogni circostanza – il collegamento con le isole minori (ad esempio isola del Giglio, Ponza, Tremiti, Favignana, Lampedusa, Lipari). È allo studio peraltro l’adozione di una diversa denominazione del supporto navale, così come ridisegnato dalla legge Madia, più aderente alle attuali competenze e che non lasci spazio a dubbi in merito ad asserite “duplicazioni e/o sovrapposizioni” con altri corpi armati dello Stato, ai quali sono state cedute sei motovedette, come da accordi a suo tempo stabiliti.
Redazione articolo a cura di Edoardo Lanfranchi per Lanotiziagiornale.it