Attualità

Vannacci in pensione a 56 anni: tutto legittimo, ma la polemica corre veloce

Un addio anticipato: Vannacci saluta l’esercito

Roberto Vannacci, generale di divisione e oggi eurodeputato eletto con la Lega, ha ufficialmente lasciato le Forze Armate a soli 56 anni. Una pensione anticipata, certo, ma perfettamente conforme alle norme vigenti. A riportare la notizia è Il Fatto Quotidiano, che sottolinea come l’ex ufficiale abbia maturato 44 anni di contributi, grazie a una carriera iniziata a 17 anni e alle maggiorazioni riconosciute ai militari operativi delle forze speciali.

Il risultato? Il diritto a una pensione mensile che si aggira intorno ai 5.000 euro netti, a cui si sommano gli 8.000 euro mensili percepiti come stipendio da europarlamentare.


Un caso legittimo, ma che divide l’opinione pubblica

L’indignazione social è arrivata puntuale, alimentata anche dal titolo pungente scelto dal quotidiano: “Vannacci baby pensionato a 56 anni”. Ma il diretto interessato non ci sta. Risponde senza mezzi termini:

Ho maturato il diritto, lo prevede la normativa. Non capisco perché vi fate i fatti miei”.

In effetti, la legge parla chiaro: chi ha versato contributi nelle Forze Armate per almeno 40 anni, può ritirarsi dal lavoro indipendentemente dall’età. E se, come Vannacci, si è fatto parte delle unità speciali, ogni anno di servizio vale il 20% in più.


I precedenti illustri: da Draghi a Brunetta

Vannacci non è il primo – né l’ultimo – pensionato ad aver assunto un ruolo politico retribuito. Mario Draghi, ad esempio, rinunciò allo stipendio da Premier, mentre Renato Brunetta, pensionato universitario, vide il proprio compenso da presidente del CNEL revocato e poi restituito solo nel 2024, dopo una lunga battaglia amministrativa.

Il principio in gioco è quello della non cumulabilità tra pensione e incarichi dirigenziali o consulenze pubbliche. Tuttavia, come specifica l’INPS, gli incarichi elettivi – come quello di eurodeputato – non rientrano nel divieto.


Un curriculum che parla da solo

In risposta alle critiche, Vannacci ha ribadito più volte:

Non sono l’unico ad andare in pensione così. Ho un curriculum che pochi politici possono vantare: sono ingegnere, ho tre lauree e un passato da comandante operativo”.

Un curriculum che, a suo dire, gli avrebbe garantito posizioni anche nel settore privato, magari come responsabile di sicurezza in zone critiche come Nigeria o Iraq. Una dichiarazione che sottolinea quanto la sua uscita non sia frutto di un’opportunità politica, bensì la naturale conclusione di una carriera militare d’élite.


Libri, vitalizi e… polemiche

Oltre alla pensione e allo stipendio da eurodeputato, Vannacci ha visto crescere il proprio conto in banca anche grazie al successo editoriale dei suoi libri: “Il Mondo al Contrario” (2023) e “Il Coraggio Vince” (2024), che avrebbero fruttato guadagni a sette cifre.

Ma a 63 anni scatterà anche il vitalizio da eurodeputato, pari al 3,5% dell’indennità per ogni anno di mandato. Anche qui: tutto perfettamente previsto dalle regole europee.


Facebook, stile e attacchi: la replica “colorita” del generale

Non poteva mancare un post al vetriolo su Facebook. Vannacci ha attaccato il Fatto Quotidiano per la presunta irrilevanza della notizia e ha ironizzato con stile provocatorio:

Mi aspetto il prossimo scoop sulla vivacità del mio tratto intestinale”.

Poi ha rilanciato, puntando il dito su altri casi: la decadenza della presidente Todde, i bonus edilizi del governo Conte, le inchieste su Matteo Ricci, e persino le sedie a rotelle dell’ex ministra Azzolina.


Polemiche sì, irregolarità no

Al netto delle reazioni, nessuna irregolarità è emersa. Vannacci ha tratto vantaggio da quanto previsto dalle leggi in vigore, un quadro normativo che favorisce il ritiro anticipato per alcune categorie professionali, come le Forze Armate.

Se sia giusto o meno che un pensionato incassi anche un lauto stipendio da parlamentare resta un tema aperto. Ma è un tema politico, non giuridico.


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