Difesa

Trenta: “Limitare la discrezionalità delle commissioni di avanzamento”. Avanti solo per meriti

Il ministro della difesa Elisabetta Trenta, ieri a palazzo Esercito ha convocato una riunione con tutti i capi delle forze armate per approfondire e trovare soluzioni innovative in materia di avanzamenti e progressioni di carriera del personale militare.

All’incontro hanno preso parte il capo di Stato maggiore della Difesa, i capi di Stato maggiore delle Forze armate e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, i presidenti, i vice presidenti e i membri delle commissioni di avanzamento ed altri aventi causa degli Stati maggiori di Forza armata.

 

Nel corso del proprio intervento il ministro della Difesa ha richiamato la necessità di attribuire la massima importanza al processo valutativo, in un’ottica di uniformità e standardizzazione tra categorie e tra Forze armate, al fine di individuare chiaramente i criteri alla base dell’attribuzione dei punteggi di merito e limitando, per quanto possibile, la discrezionalità delle commissioni, riconducendola in un alveo di assoluta trasparenza. In particolare, il ministro Trenta ha sottolineato che solo la partecipazione convinta e consapevole del personale all’intero procedimento di valutazione potrà garantire la piena soddisfazione non solo dei valutati, ma anche delle istituzioni stesse che in tal modo potranno assicurarsi la disponibilità di personale altamente motivato su cui poter fare massimo affidamento. Voci di palazzo dicono che i capi delle forze armate non hanno del tutto gradito la nuova linea che il ministro Trenta vuole imprimere nelle procedure di avanzamento del personale militare.

Gli avanzamenti oggi

Oggi le norme tecnico-amministrative per gli avanzamenti al grado superiore sono sanciti dal Codice Ordinamento Militare (cosiddetto C.O.M. – Titolo VII), emanato con il D.P.R. n. 90, del 15 marzo 2010.  Dall’analisi di detto codice si evince che la valutazione rappresenta il valore che l’individuo riveste per l’organizzazione di cui fa parte ed è espressa, periodicamente da una o più autorità appositamente incaricate e che hanno conoscenza e dipendenza con il soggetto ed il suo lavoro.

Nello specifico, dette valutazioni sono espresse per iscritto, sui documenti matricolari e caratteristici del militare, atti questi che vengono instaurati all’inizio della carriera professionale del soggetto e che lo seguono fino alla cessazione del servizio attivo. Da qui, apposite Commissioni nominate (Commissione Avanzamento Superiore, Commissione Ordinaria e Commissione Avanzamento Sottufficiali), coadiuvate e supportate da strutture dedicate, hanno il compito di redigere le graduatorie di merito da proporre alle superiori autorità per l’avanzamento del militare.

Il Dettato Normativo

 

Se da un lato troviamo gli atti matricolari (fondamentali per la conoscenza del valutato), dall’altro c’è il superamento dei corsi di formazione ed aggiornamento stabiliti dalla legge, presupposti questi che stanno alla base delle seguenti formule di progressione: ad anzianità, a scelta, a scelta per esami, per meriti eccezionali, per benemerenze d’istituto. Da un’attenta disamina delle varie formule suindicate, emerge chiaramente che il concetto di meritocrazia, nella formula ad anzianità, si riduce essenzialmente alla semplice idoneità alla valutazione, fattore questo che comporta, con il passare degli anni, un “abbassamento” motivazionale del personale interessato. Tale stallo si potrebbe evitare, per quanto possibile, applicando la stessa linea di progressione di carriera adottata nell’ambito civile, Difesa o privato che sia, dove l’avanzamento avviene solo ed esclusivamente mediante il superamento di concorsi interni a numero chiuso.  

Le aspettative del personale quale elemento chiave

Elemento chiave per un corretto avanzamento meritocratico è indubbiamente l’aspetto collegato all’interesse soggettivo, cioè quello costituito dall’aspettativa dei singoli di veder riconosciuto il proprio operato con la promozione al grado superiore e a cui corrisponde un conseguente trattamento economico.  Detto ciò, è doveroso però affermare che per quanto le aspettative siano fondamentali, le stesse dovranno essere sempre affiancate da nuovi stimoli, siano essi professionali, che personali. Infatti, il vedere riconosciuta un’esigenza connessa con la propria sfera familiare, potrebbe garantire lo stesso grado di soddisfacimento di una promozione mancata.

Gli interessi che confluiscono nell’avanzamento

Generalmente, nell’avanzamento, confluiscono un insieme di interessi: da quelli pubblici, ovvero dell’Amministrazione, volti a selezionare i soggetti più capaci, a quelli più strettamente soggettivi, costituiti essenzialmente nell’aspettativa dei singoli di veder riconosciuto il proprio operato con la promozione.

Ecco quindi che gli stessi interessi organizzativi dell’Amministrazione Difesa hanno portato all’adozione di un sistema di avanzamento dove il più delle volte la meritocrazia risulta quasi soffocata da un tecnicismo, vittima di un dettato normativo troppo articolato ed a volte, poco flessibile. Se da un lato si cerca il migliore, dall’altro non sempre si ha la possibilità di poterlo impiegare in posti di rango o desiderati; ciò comporta che il consolidamento dei criteri oggettivi di riferimento vengono meno con l’amara conseguenza di una valutazione non sempre in linea con le reali capacità del militare.

 

L’adozione di una strategia più attenta d’impiego connessa alla valorizzazione del profilo professionale del militare, che lo porti ad assumere incarichi in linea con il proprio ruolo e rango, non può che aumentare gli stimoli del medesimo e consentire, allo stesso tempo, alle Commissioni di poter creare una scala valori di riferimento basata su “obiettivo-risultato”standardizzata, da poter applicare univocamente a tutti. Se a ciò si aggiunge, infine, una tempistica ridotta ottenuta dalla digitalizzazione dei documenti matricolari ed una riduzione considerevole degli avanzamenti ad anzianità, gli auspici di poter effettuare promozioni improntate esclusivamente su criteri meritocratici e con tempistiche coerenti, conformi al dettato normativo e alle aspettative del personale, diventerebbe una realtà in seno ad ogni singola Forza Armata.

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