Tonale, la risposta dell’Arma che scarica sui Carabinieri le criticità del veicolo
Il vademecum che ribalta le responsabilità
Dopo le segnalazioni e la denuncia-querela di UNARMA sulla sicurezza delle Alfa Romeo Tonale in dotazione ai Nuclei Radiomobile, il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri – IV Reparto, Direzione di Mobilità ha diffuso un documento ufficiale intitolato “Vademecum per la guida dell’Alfa Romeo Tonale configurata RMB”.
Un testo che, almeno nelle intenzioni, dovrebbe chiarire e migliorare la sicurezza d’impiego del mezzo, ma che nei fatti sembra scaricare sui militari la responsabilità dei problemi segnalati.
Nel documento si legge che “l’introduzione di vetture di nuova concezione rende opportuna una didattica dedicata alla conoscenza e al corretto utilizzo”, quasi a sottolineare che non sarebbe il mezzo ad avere limiti strutturali o dinamici, ma i conducenti che devono imparare a gestirlo meglio.
Un modo elegante per dire che la Tonale, per il servizio di pronto intervento, non è inadeguata: semplicemente, chi la guida deve saperla usare di più e meglio.
Cosa dice davvero il vademecum
La circolare entra nei dettagli tecnici e operativi. L’Alfa Romeo Tonale assegnata all’Arma è un SUV compatto con motore ibrido da 160 cavalli e cambio TCT a doppia frizione a sette rapporti, con un peso in ordine di marcia di circa 1.685 chilogrammi. Il documento sottolinea che l’allestimento rimane nei limiti di carico ammissibile, e che trattandosi di un SUV, il rollio e il beccheggio risultano naturalmente più accentuati rispetto a vetture di segmento diverso, ma che la guida rimane “efficiente e precisa”.
Secondo il testo, la Tonale “segue in modo fedele le linee impostate” e risulta “intuitiva e diretta”, grazie alle tre modalità di guida – Dynamic, Natural e Advanced Efficiency – e ai controlli elettronici disinseribili che ne consentirebbero l’uso anche su fondi scivolosi o innevati.
Il vademecum insiste sulla necessità di “comprendere nel dettaglio le caratteristiche tecniche di tutte le vetture impiegate” e invita gli operatori a leggere attentamente il Libretto d’Uso e Manutenzione, che conterrebbe spiegazioni essenziali per evitare “pratiche e comportamenti che possano arrecare danni o pericoli”, come l’uso scorretto delle cinture di sicurezza (tramite finta cintura nello slot e dietro la schiena del conducente) che alterano i sensori di presenza del conducente.
Viene perfino specificato che il veicolo può muoversi in modalità elettrica anche con sportello aperto se il conducente rilascia il freno in posizione non di parcheggio, con il rischio di “partenze accidentali improvvise”.
Una parte rilevante del documento riguarda l’addestramento. Gli autisti dovranno essere sottoposti a esercizi di handling per familiarizzare con il diverso raggio di sterzo, l’erogazione della coppia, la risposta del cambio e la gestione del rollio. Si parla di manovre di curva con trasferimento di carico a velocità sostenuta, di esercizi di evitamento di ostacolo fino a 70 km/h, e dell’importanza di mantenere “il gas costante” per non sbilanciare il mezzo. In caso di perdita di controllo, è prevista la corretta manovra di controsterzo.
Durante i corsi, inoltre, si dovranno provare tutte le modalità di guida (D, N, A), con elettronica inserita e disinserita, per “saggiare le peculiarità di ognuna e imparare ad adottare quella adeguata al contesto”. Il documento conclude ricordando che una corretta impostazione di guida dipende anche dalla posizione del conducente, dalla conoscenza di tutti i comandi e da una pressione delle gomme non inferiore a 2.8 bar, consigliando controlli periodici delle coperture.
La replica di UNARMA: “Non si scarichi la colpa sui militari”
Per UNARMA, questa impostazione è “sbagliata e inaccettabile”. L’associazione ribadisce che l’Arma dispone di autisti del Radiomobile altamente preparati, riconosciuti per competenza e professionalità anche dalle altre forze di polizia.
Imputare loro la responsabilità di carenze tecniche, modifiche di allestimento o scelte progettuali del veicolo, secondo il sindacato, è un modo per deviare l’attenzione dal vero problema: la sicurezza del mezzo scelto e configurato dall’Amministrazione.
“Non si può addossare ai militari la colpa di un difetto strutturale o dinamico di un veicolo destinato a servizi di pronto intervento – afferma UNARMA –. Servono verifiche tecniche indipendenti e risposte concrete, non documenti che trasformano un problema di sicurezza in un problema di addestramento.”
Le domande che restano
E qui si apre la vera questione: se queste caratteristiche erano già note, perché la Tonale è stata assegnata a reparti di pronto intervento, dove la rapidità e la stabilità del mezzo possono fare la differenza tra la vita e la morte?
Perché un corso di familiarizzazione non è stato organizzato prima della distribuzione dei veicoli, invece che dopo le segnalazioni dei militari?
In fondo, la scelta di un’auto destinata ai Nuclei Radiomobile dovrebbe essere frutto di una selezione tecnica accurata, condotta con esperti del settore e con il contributo diretto di radiomobilisti esperti, non il risultato di una decisione influenzata da estetica, marketing o livrea accattivante.
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